Kipchoge la maratona mai vista si avvicina il muro delle due ore RECORD DEL MONDO A BERLINO: 2H01’39” 26
NELLA MARATONA PIU’ VELOCE DEL MONDO IL KENIANO CORRE IN UN MOSTRUOSO 2H01’39” E TOGLIE 78” AL LIMITE DI KIMETTO . UN SALTO NEL FUTURO CON LA SECONDA PARTE PIU’ RAPIDA DELLA PRIMA: «MERITO DELLA PREPARAZIONE»
Il futuro è adesso: Eliud Kipchoge frantuma il record del mondo di maratona e si avvicina a grandi passi, stavolta ufficialmente, verso il suggestivo muro delle due ore. La 45a edizione della 42 km di Berlino regala meraviglie: il primato maschile della specialità cade lungo le strade della capitale tedesca per la settima volta consecutiva. Il 33enne keniano chiude in un enorme 2h01’39”. Il progresso sul limite che il connazionale Dennis Kimetto deteneva dal 2014 (quel 2h02’57” fu ottenuto sullo stesso percorso) è migliorato di 1’18”, un’enormità. Era dal 1967, da quando l’australiano Derek Clayton lo sbriciolò addirittura di 2’23”, che il progresso non era così ampio. Un altro balzo del genere in avanti e le due ore diventeranno quasi realtà. Il problema è che se a infrangere la barriera non riuscirà Kipchoge, l’attesa diventerà molto lunga. Perché di fenomeni come lui, in circolazione, non ce ne sono proprio.
FENOMENO Per l’allievo di Patrick Sang è la consacrazione. È l’ingresso nella leggenda. Nel 2003, a 18 anni, a Parigi, si laureò campione del mondo dei 5000. Poi, nella stessa specialità, dal lì al 2008, sempre in ambito iridato, conquistò un argento, oltre a due podi olimpici con una seconda e una terza piazza. Fino alla conversione alla maratona. Da Amburgo 2013 ne ha corse 11. E ne ha vinte 10 (tre volte Londra, tre volte Berlino), con un secondo posto. Giochi di Rio
2016 compresi. Quando, a causa del caldo, non fece meglio di 2h08’44”. Ciò nonostante la media delle sue prestazioni corrisponde a uno strabiliante 2h04’25”. Senza considerare l’estemporanea «Breaking 2», la gara all’autodromo di Monza del maggio 2017 quando, sfruttando condizioni particolari (scie, linee ideali, rifornimenti), ma non omologabili, volò in 2h00’25”. Quella mattina si disse che il crono ottenuto, parametrato su una situazione normale, sarebbe valso un 2h01’40”...
LA GARA Anche stavolta le condizioni sono pressoché ideali. Soprattutto quelle atmosferiche, col termometro a crescere da 15 a un massimo di 17°. Lo spettacolo è grandioso. La gara, di fatto, è un fantastico monologo e si trasforma presto, prima del previsto, in una sfida tra Kipchoge e il cronometro. La partenza, col keniano subito solo con le tre lepri designate, è rapidissima (14’24” al 5° km). Poi gli split sugli stessi intervalli danno un doppio 14’37”. È già lì, a cavallo del 15° km, che due degli angeli custodi si fanno da parte. L’ultimo, Josphat Bett (59’19” alla mezza di Verbania di metà aprile), porta il «capitano» a un parziale di 14’18” tra il 15° e il 20° km e a un perfetto passaggio alla mezza in 1h01’06”. Alza bandiera bianca poco dopo il 25° (14’28”) e lì comincia il one man show. È una lunga, imperiosa volata. Con frazioni da 14’21” (1h26’45” al 30°, primato del mondo), 14’18” e 14’30”. E da 28’33” negli ultimi 10 km, dal 32,195 all’arrivo. Eliud – sempre super concentrato, impenetrabile e in spinta, perennemente in spinta – firma uno stupefacente crescendo. Il confronto coi passaggi-record di Kimetto non mettono mai in dubbio la riuscita del tentativo. Anzi, il vantaggio aumenta via via. Kipchoge, in maglietta bianca, è elegante, ieratico, disinvolto, elastico, leggero, decontratto, col campasso ampio e il richiamo dei talloni alto, quasi da pistard. Finisce sprintando e arriva freschissimo. La seconda mezza è corsa in 60’33”. Il record (20.83 km/h e 2’52”99 al km di media) equivale a correre 105 volte i 400 in 1’09”2 senza pause...
IL RE «Sono felice e riconoscente – sorride dopo il traguardo –: mi avevano detto che si può sfiorare il record due volte, non una terza. Avevano ragione. Gli ultimi km sono stati duri, ma ero ben preparato, l’avvicinamento è stato perfetto e non posso che ringraziare il mio coach». Il primo abbraccio è con lui. Alle spalle due connazionali: Amos Kipruto (2h06’23”) e il grande Wilson Kipsang (2h06’48”). Super gara anche tra le donne: in tre, per la prima volta, scendono sotto le 2h19”. Vince la keniana Gladys Cherono in 2h18’11”: è la quarta di sempre. Poi le etiopi Ruti Aga (2h18’34”) e la favorita Tirunesh Dibaba (2h18’55”). Ma il re è Kipchoge: quanto durerà questo primato?
LA CHIAVE Resta solo già dopo il 25° km, ma non ha cedimenti. Anzi: la sua gara regala un’irresistibile progressione