La Gazzetta dello Sport

«Noi già al top? Rido 20’ imbarazzan­ti, meritavano il bis»

Gattuso: «Qualcuno non sa quanto è forte». Calha, dito della mano k.o., per Musacchio botta alla testa

- Marco Pasotto INVIATO A CAGLIARI

Se la sosta avrebbe dovuto servire per trovare conferme, allora c’è un problema: perché invece ha tolto certezze. Quelle che il Milan si era guadagnato faticosame­nte, ma anche meritatame­nte, contro la Roma. Quella sera i rossoneri avevano lasciato San Siro convinti della propria forza e di poter essere all’altezza delle dirette concorrent­i per i primi quattro posti. Stavolta invece Higuain e soci sono ripartiti da Cagliari con tanti punti di domanda. Il più grande probabilme­nte è quello che hanno sottolinea­to anche Gattuso e Maldini: la (non) consapevol­ezza della propria forza. Altrimenti è difficile dare una spiegazion­e plausibile alla prima mezzora di gioco, con un Diavolo schiacciat­o e accartocci­ato su se stesso sotto i colpi di un avversario assatanato, ma con una rosa oggettivam­ente inferiore. Ci risiamo: torna il solito vizio della mancanza di continuità, che la vittoria sui gialloross­i pareva aver scacciato. E con prestazion­i come queste, rimesse in piedi un po’ fortunosam­ente, diventa complicato proseguire a fare progetti in grande. Resta la reazione del secondo tempo, certo. Si può ripartire da qui perché i rossoneri avrebbero anche potuto sbancare l’Arena. Ma alla luce di questa esibizione, non può bastare.

ATTEGGIAME­NTO Gattuso ovviamente lo sa bene e come sempre non si nasconde: «Cominciare la partita e fare venti minuti come abbiamo fatto è imbarazzan­te. Se vai sotto due a zero questa partita non la recuperi più. Dobbiamo risolvere queste problemati­ca, abbiamo TECNICO DEL MILAN avuto un atteggiame­nto bruttissim­o in quei venti minuti. Nel secondo tempo siamo usciti fuori ma non basta, il Cagliari meritava il secondo gol e avremmo parlato di un’altra partita». Rino trova la spiegazion­e nella testa, non nelle gambe. E nemmeno nella tattica: «In questo momento dobbiamo essere bravi a far capire ai giocatori che questa è una squadra giovane e forte. Alcuni non si rendono ancora conto di essere forti. Non possiamo essere arrabbiati a fine partita perché volevamo vincerla, dovevamo pensarci prima». Insomma, duretto. Ma non è tutto. «La strada per noi è lunga. Se non riesci a vincere questo tipo di partite, e anzi ci è andata bene, mi viene da ridere nel sentire che saremmo la seconda o terza forza del campionato. Se riuscissim­o a migliorare certe cose, allora sì che potremmo arrivare lontano». Ovvero là dove ha detto di voler andare il presidente Scaroni, che ieri sera era in tribuna. «Questa squadra ha il veleno dentro, ma non riesce a tirarlo fuori - conclude l’allenatore -. Sono contento dei compliment­i, però dobbiamo leggere meglio le partite. Sapevamo le difficoltà che avremmo trovato e per venti minuti abbiamo fatto tutto il contrario. Se vogliamo essere protagonis­ti non possiamo permetterc­i queste cose».

CALHANOLGU K.O. Tra le altre notizie non proprio positive c’è l’infortunio di Calhanoglu: il dieci ha accusato la frattura di un dito della mano. Niente di preoccupan­te, neppure in vista della partita di giovedì in Lussemburg­o. Per Musacchio botta in testa e accertamen­ti in ospedale.

ABBIAMO IL VELENO DENTRO MA NON LO TIRIAMO FUORI

RINO GATTUSO

 ?? LAPRESSE ?? Rino Gattuso, 40 anni, allena il Milan dal novembre 2017, quando subentrò a Montella
LAPRESSE Rino Gattuso, 40 anni, allena il Milan dal novembre 2017, quando subentrò a Montella

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