La Gazzetta dello Sport

La favola di Joao Dalla squalifica al gol col pancione «Di nuovo felice»

●>ieccolo nel suo stadio, a segno dopo 4 minuti Giulini: «Il miglior acquisto»

- Francesco Velluzzi INVIATO A CAGLIARI

Come nelle favole. Perché questa è una favola. Col lieto fine. È la storia di Joao Pedro che, dopo sei mesi di astinenza, sofferenza, squalifica, solitudine torna in campo, nel suo stadio, la Sardegna Arena, quella in cui da marzo si era seduto tristement­e da spettatore. Perché, nel corso della lunga battaglia della sospension­e per la positività all’idroclorot­iazide, Joao si era ritagliato venti minuti, tra gioia e lacrime al Franchi di Firenze dove il Cagliari aveva riacciuffa­to una salvezza che stava sfuggendo.

ANCORA PAPÀ «Joao scalpita e non vede l’ora, scalpita anche troppo», aveva detto Rolando Maran alla vigilia sabato pomeriggio. I dubbi se li era già tolti il coraggioso tecnico di Trento, ma voleva lasciare il mistero, non voleva, come si dice oggi nel calcio, dare punti di riferiment­o. Ed eccolo Joao in campo con la sua maglia numero 10. Dopo aver saltato Aritzo e Pejo ed essersi rintanato sui campi del Cus Cagliari, eccolo sul suo manto erboso. E al terzo pallone che tocca in questo campionato dopo appena quattro minuti fa centro, fa gol. I compagni attorno a lui, il fratellino Farias, scelto insieme a lui e preferito alla bandiera Sau, il gol davanti alla Nord. Braccia al cielo perché Joao è religioso, un pallone tenuto dentro la maglia che è innanzitut­to felicità, e calciato poi, scagliato al cielo. «Io e Alessandra aspettiamo un altro bambino, è una gioia che mi sono tenuto dentro. Un regalo che il Signore ci ha fatto proprio nel periodo in cui vincevo la battaglia della squalifica. Sono contento soprattutt­o per mia moglie, lei se lo merita anche più di me. Certo, sono felice, in tutti questi mesi c’era sempre qualcuno che mi fermava per strada e mi diceva che era con me». E Joao c’è e si vede. «Mi sono preparato per questa partita e sono contento. Contento di aiutare i compagni». Corre, pressa alto, fa qualche giocata. Esce stremato dopo 62 minuti. Con la speranza e la promessa di segnarne più dei cinque realizzati tutti nel girone d’andata dello scorso campionato. Ed ecco i compliment­i del tecnico Maran: «Era una partita particolar­e per lui, il fatto di sbloccarla alla prima situazione è un regalo che si è fatto e ha fatto a tutti noi. La squadra è partita forte, concedendo veramente poco. È andata a cercarsi la partita, la prestazion­e, con la voglia di essere protagonis­ta».

PRESIDENTE Joao è incoronato anche dal presidente Tommaso Giulini che si gode la festa della Curva Futura e applaude il suo numero 10: «Ho sempre detto che era il nostro migliore acquisto, sono davvero contento per lui. Si merita tutto questo».

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