La Gazzetta dello Sport

Da desiderato a disperso Borja spera nella chance

- Vincenzo D’Angelo MILANO

Partiamo dal dato certo: così non va. E non solo nell’atteggiame­nto. Nessuno in casa Inter si aspettava un avvio di stagione così complicato, anche alla luce del calendario. Quattro punti in quattro partite contro squadre – con tutto il rispetto – inferiori alla squadra di Spalletti. Almeno sulla carta. Perché il campo poi ha detto il contrario, mettendo in evidenza tutti i limiti di una squadra costruita per puntare in alto ma priva di un vero cervello in mezzo al campo. Certo, nell’immaginari­o nerazzurro lì poteva esserci Modric a dettare i tempi, a trascinare i compagni con la sua leadership tecnica ed emotiva. Ma la storia dell’ultimo calciomerc­ato ha detto altro e ora c’è da trovare una nuova soluzione, anche in fretta. E allora chissà se dopo aver scongelato Candreva — dato per partente e poi protagonis­ta a Bologna col gol del raddoppio e titolare contro il Parma — a Spalletti non venga in mente di riaffidare a Borja Valero le chiavi del centrocamp­o. In fondo in Champions è lo spagnolo l’unica reale alternativ­a a Vecino e Brozovic, vista l’assenza di Gagliardin­i dalla lista europea per le limitazion­i imposte dalla Uefa per il fair play finanziari­o.

ALTALENA Strana la vita nerazzurra di Borja, come è strano il suo rapporto con Spalletti, che lo ha preteso sin dal primo giorno alla guida dell’Inter dopo averlo inseguito – invano – già quando allenava la Roma. Ma dopo mesi di grande fiducia, Valero è sparito un po’ dai radar, scalando all’indietro le gerarchie nelle preferenze dell’allenatore. Che oggi lo vede come alternativ­a sulla trequarti, pur sapendo che c’è necessità in mediana. Di qualità, di geometrie e idee. Chissà che davvero non possa essere Borja la chiave giusta per ripartire.

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Borja Valero, 33 anni, seconda stagione all’Inter GETTY

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