La Gazzetta dello Sport

Icardi, Ivan, Brozo Ora palla ai leader: servono risposte

●●li uomini chiave hanno tradito con il Parma Ma la Champions passa dal loro pieno recupero

- Valerio Clari MILANO

È

come se, al momento di salvare il mondo, gli Avengers si trovassero con Thor che brandisce un cacciavite, non il martello, con Bruce Banner incapace di trasformar­si in Hulk e con Capitan America ridotto a lanciare un frisbee. Fatte le debite proporzion­i (non si tratta di garantire un futuro all’umanità), il momento dell’Inter è quello lì: l’appuntamen­to col ritorno in Champions è a dir poco atteso, ma i tre condottier­i, quelli che dovrebbero suonare la carica, sembrano aver smarrito le loro armi migliori. La caduta casalinga col Parma, al netto di errori arbitrali e circostanz­e sfortunate, ha visto come protagonis­ti Icardi, Perisic e Brozovic. Ma protagonis­ti nella discesa del gorgo, non nella possibile risalita: i supereroi interisti (o attesi tali) erano persi come un umano qualsiasi. Contro il Tottenham il riscatto deve passare da loro, non si può cedere ogni responsabi­lità all’ultimo arrivato, nemmeno se è un Ninja. Quei tre sono (o meglio dovrebbero essere) il valore aggiunto della squadra di Spalletti, ci si aspetta che recitino un ruolo da leader: psicologic­o, tecnico, tattico. Dovrebbero insomma prendere per mano la squadra, esserne il cuore. E non quello da trafiggere, come hanno fatto Parma e Dimarco.

CAPITAN NUMERI Mauro Icardi non restava a secco nelle prime tre gare stagionali dal suo primo anno alla Samp, quando era poco più che maggiorenn­e. Ma più del digiuno di gol, preoccupa la totale assenza di pericolosi­tà fatta registrare nei 45’ giocati contro il Parma. Lo raccontava­no voglioso di «spaccare il mondo», lo si è visto adeguarsi presto al clima di generale impotenza. Nessuna martellata, non ha guidato le «truppe», è scivolato tardando a mettersi in moto sull’unica vera palla buona in area. E poi c’è l’ormai cronica fatica a giocare con la squadra: sabato ha toccato 9 palloni e i passaggi completati sono stati tre, due sponde sulla trequarti e il pallone battuto a centrocamp­o dopo il gol di Dimarco. Numeri inquietant­i, che possono scomparire solo quando viene riempita anche la casellina dei gol segnati.

COPPIA CROATA La connession­e con Ivan Perisic non si è mai attivata, nonostante il croato abbia vissuto il suo momento migliore nella prima metà del secondo tempo: in un paio di occasioni si è acceso, dimostrand­o di poter «brutalizza­re» Iacoponi con accelerate, sterzate e dribbling. Ma son stati lampi, non si è mai trovata continuità di azione (24 palle perse) e soprattutt­o precisione: 8 tiri, 2 in porta. Domani ritrovare come avversario diretto Trippier, e con lui i ricordi della semifinale mondiale (in cui entrambi andarono a segno) potrebbe risvegliar­e il «Terribile» che è in lui. L’Inter ne ha bisogno. E allo stesso modo dipende ormai da Brozovic, il cui status di leader è più recente (sancito anche da Spalletti) e fortemente legato alle necessità nerazzurre di trovare una fonte di gioco. Marcelo contro il Parma non è stato la risposta: ha sì recuperato 12 palloni, confermand­o che la fase «distruttiv­a» non è un problema, ma ha anche sbagliato 12 passaggi e quasi tutti i lanci provati. Contro il Tottenham dovrebbe ripartire dalle cose facili. Perché su uno degli ultimi palloni finiti in fallo di fondo sono tornati i fischi del Meazza, espression­e tangibile di quel rapporto fra «Epic» e il suo pubblico fatto di picchi di amore e odio degni di una telenovela sudamerica­na. Siamo partiti dai supereroi, siamo finiti a polpettoni sentimenta­li. Forse è qui il problema dell’Inter: meno lacrime e parole, più azione contro gli Spurs.

 ?? GETTY GETTY ?? Mauro Icardi, 25 anni, punta Ivan Perisic, 29 anni, esterno
GETTY GETTY Mauro Icardi, 25 anni, punta Ivan Perisic, 29 anni, esterno
 ?? AP ?? Marcelo Brozovic, 25 anni, mediano
AP Marcelo Brozovic, 25 anni, mediano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy