Ancelotti cambia per non cambiare Napoli anti-Juve col trasformismo
●Sarri variava pochissimo, Carletto alterna uomini e soluzioni tattiche, ma senza rinnegare il passato: sono solo esperimenti?
ERA STANCO DOPO LA NAZIONALE CON LA STELLA ROSSA GIOCA LUI
CARLO ANCELOTTI SUL PORTIERE OSPINA
Ecosì per ora, sul piano pratico, nulla è cambiato rispetto allo scorso mese di maggio. Il Napoli è lassù, alle spalle della Juventus, riproponendosi come l’antagonista diretta dei campioni d’Italia. Tre punti dividono le due squadre: uno svantaggio minimo, che i napoletani proveranno a mantenere fino allo scontro diretto, in programma all’Allianz Stadium sabato 29 settembre. Qualcosa è cambiato, invece, sul piano tecnico-tattico. Le varianti introdotte da Carlo Ancelotti rappresentano una novità per una squadra abituata ad un tipo di gioco che ne ha caratterizzato la storia degli ultimi tre campionati. La duttilità tattica del nuovo allenatore è sorprendente, in appena quattro giornate ha già modificato l’assetto per ben tre volte. D’accordo, siamo in avvio di stagione e la fase potrebbe essere considerata ancora sperimentale, perché lo stesso Ancelotti starà valutando quale potrà essere la migliore soluzione per capitalizzare al massimo la qualità dell’organico. Valutazioni che l’hanno spinto ad alzare la voce in un paio di occasioni, sabato sera, quando la squadra non riusciva a ritrovarsi. «Ma siete ancora in spiaggia?!», ha urlato il tecnico per scuotere i giocatori. Certo, il Napoli schierato col 4-4-2, contro la Fiorentina, è stato davvero una sorpresa. Così come vedere Lorenzo Insigne giocare in posizione centrale, perché in quel modo ha potuto agire più vicino all’area avversaria. Oppure, constatare con un uomo in più a centrocampo, anche Marek Hamsik ha potuto muoversi con scioltezza avendogli assicurato il tecnico una maggiore copertura. Insomma, un insieme di novità che non resteranno tali per il futuro: capiterà in altre occasioni di vedere il Napoli schierato con un modulo alternativo al 4-3-3, schema basilare.
CAMALEONTICHE Sono le idee di Carlo Ancelotti, sostenute pure da alcune intuizioni tecniche che gli vengono suggerite dall’esperienza e dalle situazioni contingenti. Pronti via e l’allenatore s’è affidato al 43-3, quello che è stato lo schema prediletto di chi l’ha preceduto. Disponendo della stessa rosa, anche il nuovo tecnico ha puntato su coloro che hanno sommato 91 punti in classifica nello scorso campionato. Un sistema di gioco che ha significato l’esclusione di Dries Mertens, il capocannoniere del club negli ultimi due anni. Una scelta sofferta, ma necessaria per dar modo ad Arek Milik di riappropriarsi del ruolo ma, soprattutto, per avere al centro dell’area un centravanti vero, un punto di riferimento che assicurasse fisicità negli ultimi 20 metri. Così, il Napoli ha esordito in campionato, contro la Lazio, ribaltando lo svantaggio iniziale con le reti di Milik, appunto, e di Insigne.
IN CORSA Fin qui, sono stati due i sistemi di gioco adottati dal primo minuto: il 4-3-3 e il 4-4-2, un inedito, visto contro la Fiorentina, sabato sera. Ma
SU LORENZO INSIGNE
la variante in corso d’opera è rappresentata dal 4-2-3-1, schema che tende all’offensiva e permette a Ancelotti di schierare il meglio del suo potenziale d’attacco: Callejon, Mertens e Insigne che agiscono alle spalle di Milik con una mediana composta da Allan e Diawara. Domani sera, per l’esordio di Champions League, a Belgrado, contro la Stella Rossa, non dovrebbero esserci novità pregnanti, nel senso che Ancelotti schiererà il tridente offensivo con un dubbio che riguarda l’esterno destro: Callejon e Verdi si contenderanno il posto, mentre Insigne e Milik completeranno il trio offensivo. La novità certa è rappresentata dal rientro in porta di Ospina.
CHE QUALITÀ CONTRO I VIOLA UNA PRESTAZIONE DI GRANDE LIVELLO
CARLO ANCELOTTI