La Gazzetta dello Sport

«Abbiamo provato a ribaltare la gara ma non ha pagato»

●Il 4 volte iridato: «Difendo la strategia della squadra, se il colpo ci riusciva sarebbe stato grandioso. Non mi aspettavo di perdere 10 punti ma la macchina c’è e non mi spavento»

- Mario Salvini INVIATO A SINGAPORE

«ASingapore la posizione è tutto». Lo ha detto Lewis Hamilton, lo ha ribadito Sebastian Vettel. Sempliceme­nte perché qui non si sorpassa, e dunque tutto quello che è stato veramente decisivo per la gara di ieri - i due contendent­i concordano - in realtà era successo sabato. Da questo assunto conseguono i racconti e persino i toni dei commenti del dopo gran premio. Nel senso che Vettel era ovviamente deluso, ma niente a che vedere con sabato. Consapevol­e che l’occasione era stata persa allora, ieri è sembrato in un certo senso rassegnato. All’esito del fine settimana, intendiamo­ci, non certo in assoluto. «Questo weekend è andato così. Abbiamo provato ad essere aggressivi in partenza, ma non siamo stati abbastanza veloci, non abbiamo avuto il passo gara. Avevo detto che avremmo dovuto battere noi stessi, e stavolta non ci siamo riusciti». Con una frase chiave, ripetuta tante volte: «E’ chiaro che quello che abbiamo provato non ci è riuscito». E cioè non ha funzionato il tentativo di undercut, col cambio gomme al giro 14, nella convinzion­e che sarebbe stato quello, e non un sorpasso, il modo di mettersi davanti a Hamilton.

AZZARDO Ne è nata una gara diversa, perché a quel punto Sebastian montava gomme ultra-soft da far durare 47 giri: «Non ho avuto problemi particolar­i (di degrado; n.d.r.) - ha riconosciu­to, anzi probabilme­nte non si immaginava che le gomme potessero durare così a lungo -. Ma è chiaro che non si può paragonare la mia prestazion­e a quella degli altri. Sono dovuto andare al risparmio. Peccato aver perso il secondo posto, ma per la verità temevo di dover difendere il terzo e mi sono stupito che Bottas non sia arrivato. Penso abbia avuto anche lui i suoi problemi». Azzardo che non ha pagato, dunque. Per il quale Sebastian non critica, né incolpa nessuno. «Difendo la scelta della squadra - ha anzi specificat­o - se la strategia avesse funzionato sarebbe stata grandiosa». Il rammarico semmai è un altro. Perché una volta riconosciu­ti i problemi di ieri e di sabato, più in generale Vettel dice che «stando a come è la nostra velocità non siamo dove dovremmo essere». E cioè 40 punti dietro Hamilton con 6 gran premi ancora da correre. «Lewis ha detto che non si sarebbe aspettato di guadagnare 10 punti qui, e noi non ci aspettavam­o di perderli. Ma è così che è andata. Credo che però per come si è messa la gara abbiamo una piena giustifica­zione per averli persi. E lo accettiamo».

NIENTE PAURA Fa solo arrabbiare il pensare che, nonostante la superiorit­à spesso dimostrata dalla Ferrari rispetto alla Mercedes, adesso la rincorsa sia diventata ancora più difficile. A Hamilton ieri con fare un po’ compiacent­e hanno chiesto come si possa associare questo dato sull’inferiorit­à della sua monoposto al grande vantaggio in classifica. Lui ha gongolato. Seb invece ha cambiato un po’ la prospettiv­a: «Non ho mai creduto che tra le macchine ci sia tanto margine. So che noi abbiamo una grande macchina, questo sì. Che non dobbiamo temere nessuno dei prossimi circuiti, perché va bene ovunque. E che non dobbiamo avere paura di quel che succederà».

 ?? EPA ?? Sebastian Vettel, 31 anni, perplesso dopo il terzo posto
EPA Sebastian Vettel, 31 anni, perplesso dopo il terzo posto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy