Il mondo di Seb è cambiato in un’ora

●E’ come se Vettel, dopo il Q3 del sabato, avesse intuito che le forze in campo non erano più le stesse ●Al termine di ogni gara di F.1 ospitiamo l’analisi di un pilota, un esperto o un grande appassionato che identifica per noi la chiave del gran premio

Il GP di Singapore, emotivamente parlando, ha stravolto il clima del campionato. Anche se in F.1 le cose cambiano in fretta, la Ferrari vista fino a Monza e la storia recente di questa gara facevano pensare che una doppietta delle rosse fosse l’obiettivo minimo per rimettere a posto le cose. Fino alle ultime libere, pronostico confermato: due Ferrari in testa. E a inizio qualifiche un Hamilton in difficoltà, quasi fortunato ad accedere alla Q2 che s’è comunque chiusa con una rossa al comando. Poi è iniziato il Q3 e in pochi minuti è cambiato il mondo: Lewis ha messo tutti al tappeto. Un giro perfetto, s’è detto, e certo il modo in cui l’inglese ha guidato ha del poetico, ma l’espressione di Vettel a fine qualifiche svelava molto di più. La sensazione è che Seb abbia intuito in quell’attimo come fosse cambiato il valore delle forze in campo e che la Mercedes sia riuscita a dare a Lewis le armi per completare un’opera favorita, negli ultimi tempi, anche dai suoi passi falsi. La sua faccia sul podio, in fondo, lasciava trasparire la certezza di averci visto giusto il giorno prima: in gara Hamilton ha fatto ciò che ha voluto. Questo GP manda a letto qualcuno da perdente e altri esaltati e ancor più convinti della loro forza. E non aiuta recriminare sul tempo perso dietro a Perez o sui freni surriscaldati. Forse è mancata anche la sessione di libere in cui si poteva costruire di più, buttata per un’altra piccola sbavatura del tedesco. L’aritmetica dice che la Ferrari deve continuare a crederci, ma la verità è che sinora il gioco ha avuto un solo imperatore che, da oggi, sembra avere ancor più strumenti per dominare la partita: si chiama Lewis Hamilton.