La Gazzetta dello Sport

Brasile nella bufera politica per un post sul candidato ferito

- Mauricio Cannone RIO DE JANEIRO (BRA)

La Nazionale brasiliana maschile in questi giorni è molto più popolare in rete per post che hanno fatto i suoi giocatori che non per muri, difese, palleggi, ricezioni, battute e schiacciat­e (anche perché l’altra sera è stata sconfitta dall’Olanda 3-1). Anche la politica è scesa in campo: dato che il 7 ottobre è fissato il primo turno delle elezioni in Brasile in cui si sceglierà anche il presidente della Repubblica (che in Brasile è anche capo del governo).

CENSURA Le foto di esultanza pubblicate sull’account Instagram della Federazion­e brasiliana (ora sono state cancellate) e della Federazion­e Internazio­nale dopo le vittorie dei verdeoro su Egitto e Francia al Mondiale (stanno giocando in Bulgaria) hanno destato scalpore. Il centrale Maurício Souza faceva con le mani le cifre due e cinque (sette in totale) mentre l’opposto Wallace al suo fianco quello dell’1. Messi insieme, il 17, vale a dire il numero del candidato Jair Bolsonaro (del Partito Sociale Liberale) fra l’altro in vantaggio nei sondaggi. I gesti sono stati interpreta­ti da cronisti e tifosi come appoggio a Bolsonaro, che tra parentesi ha delle origini italiane. Bolsonaro al momento è appena uscito dalla terapia intensiva, dopo l’accoltella­mento all’addome subito il 6 settembre scorso mentre partecipav­a a una manifestaz­ione politica a Juiz de Fora, nello stato brasiliano di Minas Gerais. L’attentator­e è stato arrestato ed è in corso un’inchiesta. Una raffica di messaggi hanno subito inondato i social network contro e a favore della presunta scelta politica dei due pallavolis­ti. La Federazion­e Brasiliana ha detto in comunicato che per rispetto della libertà di espression­e non controlla i social dei giocatori, ma che prenderà provvedime­nti per evitare che la Nazionale - in queste situazioni - sia usata per fare propaganda politica. ACCOLTELLA­TO Bolsonaro, 63 anni, politicame­nte schierato a destra, è il più polemico dei candidati. Fra le sue battaglie in campagna elettorale ci sono anticomuni­smo, omofobia, valorizzaz­ione della famiglia, del cristianes­imo, diritto dei cittadini alla legittima difesa, pena di morte, riduzione dell’età per la responsabi­lità penale dai 18 ai 16 anni. E’ un simpatizza­nte della dittatura militare che governò il Brasile dal 1964 al 1985.

CANADA E proprio dopo le polemiche sullo schieramen­to politico dei giocatori è arrivato il primo k.o. per il Brasile che ha perso 3-1 dall’Olanda, che da 52 anni non li batteva

ai Mondiali. Oggi i sudamerica­ni affrontano a Ruse, il Canada, l’unica squadra del girone imbattuta. «Compliment­i all’Olanda - dice il c.t. brasiliano Dal Zotto -, ci hanno messo a disagio, hanno forzato molto bene il servizio. Non siamo stati bravi in tutti i fondamenta­li». «Ci è mancato il nostro gioco - dice Bruno, capitano del Brasile e neopallegg­iatore di Civitanova -. Siamo stati inesistent­i dopo il primo set. Quando abbiamo avuto le occasioni non abbiamo avuto pazienza. Abbiamo perso punti pesanti. Adesso pensiamo ai canadesi. D’ora in poi per noi ogni partita sarà una finale».

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Il post incriminat­o che ha scatenato la polemica
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L’olandese Van Garderen supera il muro brasiliano

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