La Gazzetta dello Sport

Il marchio di fabbrica è una battuta malefica «Incide, fa anche male»

● Contro i dominicani il centrale si ritaglia una grande serata: «Ci ho lavorato molto». La coincidenz­a con i gol di Ronaldo...

- Davide Romani INVIATO A FIRENZE

Andrea Pirlo è diventato famoso per la Maledetta, Daniele Mazzone in questo Mondiale ha messo a punto l’Avvelenata. Nella prova contro la Dominicana il 26enne centrale si è ritagliand­o un ruolo da protagonis­ta con la sua battuta salto float. Una spina nel fianco per gli avversari. Una palletta fastidiosa che passa tesa sopra la rete. Dopo Giappone, Belgio e Argentina, anche contro la Repubblica Dominicana ha incassato ace e tanti problemi per la ricezione caraibica.

COINCIDENZ­A E la sua convincent­e prestazion­e coincide con il primo gol in campionato del suo idolo con la maglia della squadra del cuore. Daniele Mazzone festeggia così la vittoria della Juventus e i primi gol in A di Cristiano Ronaldo. Con la Dominicana mette a referto 8 punti rispetto ai 10 con l’Argentina, i 9 col Giappone e 8 col Belgio. Attento a muro (1 vincenti e molti tocchi a rete), incisivo in attacco (57%), fastidioso con la sua battuta salto float (3 ace e tante ricezione lontano dalla rete da parte dei Dominicani) che anche contro Belgio e Argentina aveva dato parecchi problemi alla ricezione avversaria. «Fin quando si fanno disastri in senso positivo in battuta è una buona cosa. Sono molto ● Gli ace di Mazzone in questo Mondiale: 0 contro Giappone e Belgio, ne ha realizzati 3 contro l’Argentina sabato e 3 ieri contro la Dominicana contento perché sto trovando una buona continuità al servizio. Più vado avanti a giocare al Mandela più trovo i giusti riferiment­i e il gesto diventa più incisivo. Poi contro la Dominicana è stato più facile rispetto ad atre gare ma sono contento».

CONCENTRAZ­IONE In queste notti Mondiali il centrale passato da Molfetta, esploso a Trento e ora punto di forza di Modena sta trovando nel servizio una certezza nel suo gioco in attesa che il suo apporto arrivi anche in maniera consistent­e a muro: «Ho lavorato tanto a Cavalese. Ogni giorno, in ogni allenament­o con Blengini a fine seduta mi sono dedicato a un surplus di lavoro al servizio. Non era facile riuscire a trasferire il lavoro in partita ma ci sto riuscendo». L’unico momento di difficoltà nel 2° parziale con i caraibici che sono tornati a contatto in maniera minacciosa prima del nuovo allungo: «Quando la Dominicana è rientrata era un attimo perdere la concentraz­ione e lasciare che rientrasse­ro. Invece siamo stati bravi a rimanere sul pezzo e andare via». La testa degli azzurri e quella di Daniele Mazzone è già proiettata alla sfida di domani contro la Slovenia che può valere il 1° posto nel girone A (sempre che Urnaut e compagni non perdano contro l’Argentina). «Contro la Slovenia ci sarà da giocarsi il primo posto. Sono giocatori che conosciamo bene tranne il palleggiat­ore e il libero (Vincic e Kovacic, ndr) tutti hanno giocato o giocano nel nostro campionato».

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