La Gazzetta dello Sport

COSI’ NON VAR Cairo: «Errori inaccettab­ili Allora è meglio non averla»

Il presidente del Toro: «Regolariss­imo il gol di Berenguer, qualcosa non torna, da Valeri sbaglio da dilettante». E a Udine è pareggio

- Filippo Grimaldi INVIATO A UDINE

Alla fine arriviamo sempre lì: alla Var. Nel giorno in cui il Torino riesce finalmente a correggere il suo peccato originale di inizio campionato (primi tempi anonimi, riprese con furore), a farsi beffe dei granata arriva un errore dell’arbitro Valeri, che sul colpo di testa vincente di Berenguer in avvio (11’), servito da Iago, fischia il fuorigioco (su segnalazio­ne dell’assistente Caliari) prima che il pallone entri in rete, vanificand­o così la possibilit­à di consultare la tecnologia. Ira granata, in campo e in panchina, ma c’è stato solo spazio per i rimpianti. Scampato il pericolo, bisogna dare merito all’Udinese – votata soprattutt­o a coprirsi – di avere approfitta­to dell’unica situazione di gioco che a metà primo tempo (dopo un contatto sospetto fra Fofana e Meité) ha regalato a de Paul (su assist di Pussetto) il pallone del momentaneo uno a zero, sul quale Sirigu nulla ha potuto, tradito dalla deviazione di Nkoulou. Qui, semmai, il torto dei friulani è stato quello di non avere provato a chiudere la sfida, anche perché a quel punto gli ospiti, bersagliat­i dalla malasorte, avevano dovuto rimediare pure al k.o. di Iago Falque (problema ai flessori della coscia destra), ridisegnan­do la squadra dalla mediana in su. Dal 34-2-1 iniziale, con Iago e Soriano alle spalle di Belotti, al 3-41-2, con Zaza a far coppia con il Gallo. SVOLTA Il Torino ha provato in tutti i modi a riacciuffa­re il pari già prima di arrivare a metà gara. E l’Udinese sempre lì, pronta ad approfitta­re di un colpo a vuoto del Toro per ripartire in velocità. La classifica dà ragione al concetto di equilibrio che sembra essere al centro delle scelte di Velazquez, in un’Udinese che a giudizio del tecnico non è pronta per partire con due punte. Il rischio di perdere punti per strada esiste, perché la forza d’urto mostrata dal Toro nella ripresa ha fruttato la magia di quell’iradiddio di Meité, che al 4’ si è inventato un gol da favola girandosi in uno spazio strettissi­mo e piazzando il sinistro all’incrocio. ASSALTO Ciao Scuffet e lì la partita ha svoltato, il Toro ha ripreso la veste che avevamo già visto nel secondo tempo con l’Inter e in casa con la Spal. Una squadra aggressiva, senza pause, ma al tempo stesso lucida. Sull’uno a uno inizia il lungo monologo granata. E, pure qui, c’è spazio per le recriminaz­ioni, con i padroni di casa che ancora una volta hanno evitato il patatrac quando Samir è franato su Belotti in area, con il Gallo pronto a colpire.

EQUIVOCO Il Toro non ha più concesso ripartenze all’Udinese, che ha pagato pure la posizione di Lasagna, troppo isolato davanti. Non solo: l’inseriment­o di Teodorczyk ha relegato Lasagna in posizione più arretrata a sinistra, e lì è scomparso, mentre affioravan­o prepotenti i rimpianti granata.

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Regolare Berenguer, pescato da Soriano, segna: non è fuorigioco
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LAPRESSE I giocatori del Torino, con la nuova terza maglia, a fine gara salutano i tifosi presenti a Udine

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