SI SBLOCCA ANCHE IL PIPITA MA IL MILAN RALLENTA
●Partenza shock dei rossoneri: Joao Pedro segna e Barella prende il palo. Suso dà la scossa, l’argentino pareggia, Cragno salva i suoi nel finale
Cristiano Ronaldo chiama, Higuain risponde. Solo che mentre CR7 comincia a entrare negli schemi della Juve, l’argentino si sblocca grazie a uno schema involontario, un rimpallo di Kessie su rilancio sciagurato di Padoin che lo mette in condizione di superare l’ottimo Cragno in uscita e segnare a porta vuota. Poco male, prima o poi l’intesa arriverà e con la
Roma qualche segnale si era già visto. Intanto il Diavolo rintronato della prima fase ringrazia il Pipita e si prende un punto meritato per la personalità e la caparbietà che dimostra nel secondo round. Ma il Cagliari ha fatto correre dei lunghi brividi sulla schiena a Gattuso, che cerca ancora la continuità nella sua squadra. Di sicuro è un passo indietro rispetto alla bella gara contro la Roma, per interpretazione del match e sicurezza nei reparti. Una sconfitta, una vittoria, un pareggio e una gara da recuperare. Il Milan non si fa mancare nulla e resta in corsa nel campionato a parte. Chè la Juve, si sa, ne sta giocando un altro da sola.
LA CHIAVE L’inizio poteva andare peggio, alla fine poteva anche andare meglio. Un buon Cagliari si è fatto tempesta e impeto per impedire il pericoloso palleggio dei rossoneri. Pressing altissimo sui primi portatori di palla, diavolo soffocato nella parte bassa della sua metà campo, in difficoltà anche nelle ripartenze appena cecava di reagire. Venti di minuti di fuoco che hanno portato subito al gol di Joao Pedro dopo il palo dello scatenato Pavoletti. Un rientro in grande stile quello del brasiliano, che ha segnato il gol più veloce del Cagliari dall’ottobre 2016. Cagliari che ha rischiato il raddoppio con Barella (palo) sublime per 50 minuti, e con Farias che è scivolato sul più bello in piena area. Musacchio e Romagnoli ubriacati dalla fisicità (e tecnica) di Pavoletti, sempre più decisivo per il gioco di Maran, sempre pronto a ricevere i lanci dei compagni, smistare il pallone oppure concludere. Il Milan non riusciva proprio a trovare contromisure per non fargli arrivare il pallone. Il «difetto» del Cagliari è stato quello di tenere quei ritmi soltanto per una ventina di minuti, causa afa e limiti umani, e non sfruttare quel periodo segnando un secondo gol. Quando è calato il Cagliari, il Milan ha cominciato a mettere fuori il muso, ma ha fatto una gran fatica ad alzare i giri del palleggio. Centrocampo un po’ statico, in avanti solo Suso si dimostrava sempre propositivo e pericoloso. Calhanoglu fuori dal gioco e Bonaventura in giornata no. Jack ha sprecato due occasioni e la più grossa l’ha oscurata la terna arbitrale per un fuorigioco che non c’era. Nel secondo round la banda Gattuso ha preso possesso della partita, ha trovato presto il gol di Higuain ma non è riuscita ad effettuare il sorpasso grazie anche a Cragno.
CAMBI DECISIVI L’entrata di Bakayoko per Bonaventura ha dato più sostanza al centro e anche Castillejo (per Calhanoglu) pur senza creare pericoli ha vivacizzato la manovra. Il Milan ha cambi di qualità, il Cagliari un po’ meno. Maran si è coperto inserendo Ionita (mai entrato in partita) per un Farias confusionario. Poi ha dovuto sostituire Joao Pedro, spompato dalla lunga assenza, con Sau. Fatalmente il Cagliari ha abbassato il baricentro, forse un po’ più del lecito, e ha subito la manovra rossonera. È passato prima al 4-4-2 e poi al 3-5-2 (o 5-3-2 se volete) abbassando il buon Bradaric in mezzo ai centrali Romagna (gran prova la sua, ha in pratica evitato il bis di Higuain con un recupero perfetto) e Klavan. Insomma, si è accontentato del punto ma ha rischiato di perderlo. Maran dovrà correggersi nei finali, col Sassuolo si è fatto raggiungere all’ultimo respiro. Ma il bilancio gli sorride: due pari e una vittoria nella ultime tre gare. Il Milan invece deve correggersi sulla continuità di gioco. Fatta eccezione per la Roma, regala sempre un tempo o poco meno agli avversari. E prende sempre gol: tra il campionato scorso e questo, è successo nelle ultime 9 gare. Siamo ancora in tempi di lavori in corso, ovvio, e il Milan ora ha un buon alleato per operare con serenità: San Siro. Per tutto il mese di ottobre, sia in coppa che campionato (recupero col Genoa incluso), giocherà sempre tra in casa. Magari il pubblico lo aiuterà a non smarrirsi nelle fasi delle partite.
SPUNTI
Passo indietro della squadra di Gattuso, centrocampo statico e male Bonaventura
A ottobre il Milan giocherà sempre a San Siro: può essere la svolta