La Gazzetta dello Sport

L’AVVERSARIO PEGGIORE PER RIPARTIRE? MEGLIO COSÌ...

- di FABIO LICARI

Tutto si può dire della Champions della Roma, ma non che sia ordinaria. Reduce dalla doppia sfida con Barcellona (grande illusione) e Liverpool (tremendo rimpianto), ecco che Di Francesco ricomincia da tre. Dal terzo grande avversario di fila. E dalle tre Champions consecutiv­e del Real Madrid che mettono paura come il Bernabeu, anche se non ci sono più Ronaldo e, da non sottovalut­are, Zidane. Se il Real muove i primi passi post rivoluzion­e, ma ha una struttura consolidat­a, ben più enigmatica è l’identità gialloross­a. Sarà quella entusiasma­nte che ha messo al tappeto Messi e sfiorato l’impresa contro Salah, oppure la versione recente, sbiadita e confusa sia come collettivo sia individual­mente? Non c’era avversario peggiore per ricomincia­re, quindi meglio così. Meno da perdere. Rispetto a Barça e Liverpool, questa non è una partita «dentro o fuori», c’è tempo per recuperare. Per una volta una bella partita può valere quanto un punto. La Roma ha urgente bisogno di conoscere il proprio valore, capire quant’è affidabile Olsen, scoprire se De Rossi e Nzonzi possono convivere, se Cristante può esaltarsi lontano da Gasperini, se Pastore tornerà quello spettacola­re del Psg almeno in Europa. Il Real è a metà tra il Liverpool, squadra verticale all’inglese, e il Barça del palleggio insistito. Ha un gioco più avvolgente e classe individual­e, attacca con più uomini e tanti registi (Marcelo, Kroos, Modric, Isco), è meno prevedibil­e delle altre. Ma, come hanno spiegato la Juve al Bernabeu, e l’Atletico in Supercoppa, non invincibil­e.

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