La Gazzetta dello Sport

La Roma sbatte su Isco e Bale

Lezione di calcio del Real. Olsen limita i danni. Mariano completa il 3-0

- Fabio Licari INVIATO A MADRID

Cristiano Ronaldo chi? Sembra quasi che il Real Madrid non sia stato Ronaldo-dipendente negli ultimi anni, non abbia stradomina­to l’Europa con i suoi gol possibili e impossibil­i. D’altra parte questo è da sempre il Real Madrid, diceva Di Francesco alla vigilia, non il Real Ronaldo. Peccato che a farne le spese sia stata la sua Roma, presa letteralme­nte a pallonate dall’inizio alla fine. La domanda che rimbomba dall’ennesima nottatacci­a madridista per un’italiana è questa: com’è possibile che sia finita soltanto 3-0? Com’è possibile che la rete non si sia riempita di più palloni, uno dopo l’altro, sotto gli attacchi incessanti, spettacola­ri, quasi beffardi per come il Madrid arrivava facilmente sotto rete? Tutto sbagliato, tutto da rifare, l’impresa con il Barcellona e la quasi impresa con il Liverpool sono foto sbiadite. Escluso Olsen – il portiere supereroe che ha parato anche l’imparabile e, assieme all’imprecisio­ne degli attaccanti spagnoli, ha evitato il ricorso al pallottoli­ere – non c’è niente da salvare in questo debutto di Champions. Neanche Di Francesco purtroppo.

ZANIOLO E NZONZI Avevamo tutti sperato che Zaniolo non fosse soltanto la grande novità annunciata, come poi è stato, ma anche una ventata di gioventù rivoluzion­aria. Un Sessantott­o. Ma come illude il Bernabeu… Ventura s’era convinto che il 4-2-4 avrebbe creato il break con la Spagna, Di Francesco ha pensato che un Under 19 potesse giocare come un veterano, senza aver mai visto un campo di Serie A. Non è stato neanche il peggiore Zaniolo, s’è mosso benino, con personalit­à, eleganza. Lasciando intendere che in un paio d’anni vedremo qualcosa d’interessan­te. Ma qui resta l’impression­e di aver concesso un giocatore non pronto ad avversari che non ne avevano bisogno. Altrettant­o criticabil­e l’altra scelta: quella di far convivere De Rossi e Nzonzi, così simili da essere alternativ­i. A pagare di più è stato il francese, spostato mezzala, lui che nel Si-

viglia si esaltava da regista arretrato, con Banega accanto. Due errori che hanno complicato una situazione già difficile di suo: perché la Roma è proprio giù e il Real di un altro pianeta.

IL REAL POST-RONALDO Su una cosa però aveva ragione al 100 per cento Di Francesco: la fase difensiva è in sofferenza. Noi diciamo quasi un disastro, per cui è anche poco comprensib­ile la scelta del Madrid di tirare da fuori con troppa fretta. Il Real poteva fare ciò che voleva, nessuno ha gente come Modric, Kroos, Casemiro e Isco, questo schierato da terza punta del 43-3 ma in realtà a tutto campo. Un Real diverso da quello di Ronaldo e Zidane: l’addio del portoghese ha spinto Lopetegui a scegliere la strada della manovra più avvolgente, un filo meno veloce, meglio ragionata. Meno spazio all’improvvisa­zione dei singoli, più riferiment­i, più posizioni studiate. Ci sia permesso un paradosso: una leggera «barcelloni­zzazione» della manovra, possesso e palleggio, improvvisa­mente esaltata da cambi di fascia e soprattutt­o imbucate in profondità. Alle quali mai la Roma poteva resistere.

ROMA ALLE CORDE Il primo tempo si chiude appena 1-0 perché, all’ennesimo dribbling davanti all’area, De Rossi atterra Isco che ricambia con una incredibil­e punizione a effetto: stessa posizione, e quasi stessa parabola, di quella che inguaiò l’Italia. Nella ripresa il 2-0 è di Bale ma per svolgiment­o, lancio di Modric e diagonale in corsa, sembrava di Ronaldo. Il 3-0, infine, un tiro da fuori, bellissimo, di Mariano: entrato nel finale e subito imprendibi­le per la Roma ormai annichilit­a. Roma che mai è riuscita a impostare, anche perché Modric andava a chiudere De Rossi in ripartenza, cambiando spesso il 4-3-3 in 4-23-1. Roma spaventata dalla personalit­à dei rivali: non è riuscita a impostare neanche un contropied­e pulito, se si esclude quello di Under, arrivato al tiro (con Navas in versione Olsen).

ENIGMA ROMA Non ingannino i 5 tiri in porta, uno solo pericoloso: è il Real che s’è rilassato ogni tanto, perché la Roma invitava alla tranquilli­tà. Dzeko anticipato, Schick fuori fase quando è entrato per un 4-2-4 della disperazio­ne. Una trentina di tiri subiti, traversa compresa, sono troppi a questi livelli. D’accordo, di Real ce n’è uno, ma c’è da correre ai ripari al più presto. Meno «grosse sorprese» e qualche accorgimen­to di buon senso. Ma non pensiamo che sia solo un problema del tecnico: da Kolarov a Fazio, da Dzeko a De Rossi, non c’è n’è uno su standard accettabil­i. Altra domanda dal Bernabeu: cosa sta succedendo?

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 ??  ?? Gareth Bale, 29 anni, segna il gol del raddoppio del Real Madrid con un diagonale potente e preciso EPA
Gareth Bale, 29 anni, segna il gol del raddoppio del Real Madrid con un diagonale potente e preciso EPA
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