La Gazzetta dello Sport

Regia di rigore: Pjanic si prende la Juve

●Prima doppietta del bosniaco davanti all’ex compagno Neto. E Bonucci esulta: «Che grande squadra»

- Filippo Conticello @filippocon­t

In questo frullatore di emozioni, infortuni, follie, pianti, rigori, proteste, altri infortuni e altri rigori, serviva ordine. Sempliceme­nte, un po’ di ordine. Con lo stadio su di giri, la Juve cercava una mente fredda e razionale, uno capace di tenere a bada i bollori: così, nel bel mezzo della partita più irrazional­e degli ultimi tempi, è comparso due volte l’illuminist­a del centrocamp­o. Miralem Pjanic ieri ha fatto questo, ha scritto un inno al razionalis­mo bianconero. Vista l’assenza del rigorista, da poco cacciato nell’isteria collettiva; vista l’assenza del vice-rigorista in panchina, è toccato al regista cartesiano calciare dal dischetto. Due botte simili di destro, secche e dallo stesso lato: Neto, ex compagno di tanti allenament­i a Vinovo, è andato vicino entrambe le volte, ma alla fine ha raccolto la palla in rete. Così con il bosniaco la Juve ha fatto detonare un messaggio in tutto il continente: questa squadra è capace di resistere nella tormenta e portare a casa la barca in porto senza farsi travolgere dalle onde. Pjanic era nella cabina di comando dopo una partita di stop: contro il Sassuolo, mentre Ronaldo brindava finalmente con un paio di gol, riposava in panchina, proprio in attesa della gara di ieri. A Valencia ha poi preso il solito posto: a sinistra l’argento vivo di Matuidi, a destra prima la saggezza di Khedira e poi l’esuberanza di Emre Can. Con la prima doppietta in bianconero — tra l’altro, quella con il Valencia è la prima trasferta di Champions con due gol su rigore per la Juve — il bosniaco ha definitiva­mente innalzato il suo status. In questa prima annata ronaldiana, Mire è l’innesco principale per l’arma atomica arrivata a Torino. Ieri ha lasciato il campo dopo Ronaldo, ma prima di quanto ci si potesse aspettare: al 22’ del secondo tempo al suo posto è entrato Douglas Costa e non un altro mediano come Bentancur ad aggiungere chili e centimetri. Anche questo è stato un segnale potente per l’anno che verrà: con un uomo in meno, in una gara scivolosa, Allegri ha scelto un cambio offensivo sulla fascia. Insomma, meglio l’azzardo della conservazi­one.

L’ALTRO REGISTA Qualche metro più indietro rispetto a Pjanic, a Mestalla c’era un altro regista raffinato: più emotivo del bosniaco, forse, ma altrettant­o efficace nella battaglia. Leo Bonucci, si sa, è molto più che un difensore: per questo ha messo la museruola a Batshuay, ma ha pure distribuit­o la solita dose di lanci. E come sempre, ha agito da leader per tutto il campo. E poi a fine partita ha parlato con l’orgoglio che ostentava nella prima avventura bianconera: «Abbiamo dimostrato di essere una grande squadra, nonostante le difficoltà. Abbiamo retto l’urto e portato a casa una vittoria fondamenta­le della stagione. Ma io devo conquistar­mi tutto sul campo: questo gruppo mi ha accolto alla grande, continuiam­o a essere squadra».

LE PAROLE

Il difensore protagonis­ta a Mestalla: «Abbiamo retto l’urto, devo conquistar­mi la fiducia»

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