La Gazzetta dello Sport

CASA NERAZZURRA

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sempre lo spirito della Champions che esalta gli umori di chi va in campo e di chi sta seduto a guardarla. Però che qualcosa sia successo martedì è sotto gli occhi di tutti. Anche che Icardi e Vecino abbiano ribaltato il Tottenham e riscritto la storia di uno stadio che non aveva visto vincere l’Inter nelle ultime quattro uscite.

OGGI IL DERBY Anomalia da correggere, spinta che l’Inter farebbe bene a sfruttare meglio e più spesso di quanto non accada. Un punto in due partite di campionato è uno spreco oltre che una zavorra in classifica. La squadra di Spalletti ha in calendario due delle prossime tre partite di campionato da giocare a San Siro, lì dove nel torneo scorso ha avuto un rendimento assai simile rispetto ai match fuori casa, 38 punti sui 72 totali. C’è da replicare l’effetto Tottenham. Oggi, tra l’altro, scatta la vendita libera relativa al derby del 21 ottobre, altro scontato incasso milionario in arrivo. Sono numeri pesanti nel bilancio di una società che ha a che fare, almeno fino alla prossima estate, con le restrizion­i imposte dal fair play Uefa. Numeri che hanno convinto da tempo l’Inter a lasciar perdere l’idea di uno stadio tutto nuovo. San Siro val bene un accordo col Milan, con il quale proseguono i contatti per una gestione a lungo termine. Presto le due società affrontera­nno il discorso con il Comune. San Siro è un tesoro a cui non rinunciare. Se poi sette milioni di motivi non vi convincono, basta riguardare gli ultimi minuti col Tottenham.

La coreografi­a dei tifosi dell’Inter di martedì sera: il «We are back» stava a significar­e il ritorno in Champions League dopo un’attesa lunga sei anni e mezzo

● Il messaggio dei tifosi all’Inter per la prima uscita stagionale a San Siro: «Corri e lotta»

●3 Un’immagine della curva Nord nerazzurra prima della partita di sabato scorso contro il Parma INSIDEFOTO­LAPRESSE-AFP

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