Ecco l’effetto Ruiz Con lui in mediana è tutto più verticale
Sempre a testa alta. È una caratteristica niente male per chi sta in mezzo al campo e deve creare e vedere gioco. Fabian Ruiz martedì sera al Marakana lo ha fatto sin dal primo minuto, quello del debutto con il Napoli, che era anche il battesimo in Champions. Pronti via, ruba palla in pressing e verticalizza il gioco: è l’immagine che impressiona subito di questo ventiduenne andaluso cui non mancano tecnica, fisico e anche personalità. Se poi alla prima volta coi nuovi compagni, ti proponi sempre e tocchi più palloni di tutti (120), sei il migliore anche nel recuperare palloni (10) significa che questa squadra puoi prenderla in pugno, anche se non sei un regista nel senso più classico del termine.
SACRIFICIO Carlo Ancelotti sin dal primo giorno di ritiro a Dimaro, in Trentino, ha chiesto allo spagnolo di verticalizzare e aprire il gioco, lui che non aveva precedenti impostazioni sarriste. E anche se ieri poi non è arrivata la vittoria, Fabian ha dimostrato di possedere un lancio lungo e preciso e nessuna remora a utilizzarlo. E quando il tecnico dopo un’ora, passando al 4-2-3-1, gli ha chiesto di restare ancora più basso in mediana, il ragazzo ha saputo sacrificarsi anche se il fiato veniva meno, visto che non ha ancora i 90’ nelle gambe, visto che fino a ieri aveva giocato solo 50’ con l’Under 21 spagnola. Insomma il tecnico ora sa di poter contare sulla competitività di questo ottimo prospetto costato 30 milioni. E chissà che, pur non essendo un regista in senso stretto, ma sapendo giocar bene il pallone, proprio Fabian non suggerisca ad Ancelotti nuove soluzioni in mediana, che riescano meglio a equilibrare la squadra nelle sue due fasi.