La Gazzetta dello Sport

Ola Aina «Il Toro mi ha stregato Napoli, devi preoccupar­ti»

● In soli 30 giorni ha colpito tutti «La Premier è tecnica e veloce, in Serie A imparerò la tattica Cosa vorrei? Qualche gol in più»

- Filippo Grimaldi INVIATO A TORINO

DIFENSORE-ESTERNO

Alla fine le bugie vengono sempre a galla: chissà cosa direbbe oggi quel simpaticon­e di Troy Deeney, capitano ed icona del Watford — che un anno fa guidò la fronda contro Walter Mazzarri sostenendo fra l’altro che il tecnico non parlava bene la lingua — se sapesse che quest’estate proprio il tecnico granata ha convinto il nigeriano Ola Aina, scuola Chelsea, a dire sì all’offerta del Toro con una chiacchier­ata telefonica in inglese: «Mi ha telefonato lui, facendomi subito sentire importante e convincend­omi ad accettare. S’è creato subito un buon feeling fra di noi», racconta oggi il difensore-esterno nigeriano, felicissim­o della scelta fatta. Lei è in città da un mese. Come procede l’ambientame­nto? «Sono molto soddisfatt­o (e, in italiano, con il suo sorriso, dice: “Grazie a tutti per essere qui”, n.d.r.). Nello spogliatoi­o ho trovato una buona intesa con tutti i team mates (compagni, n.d.r.), in particolar­e con Meité, Edera e Ferigra, Tecnicamen­te parlando mi hanno impression­ato molto Baselli e lo stesso Edera». Un inizio molto positivo, da parte sua, Ma si aspettava che il Chelsea l’avrebbe ceduta in prestito? «Se sono partito bene in campionato, lo devo ai compagni ed allo staff di Mazzarri. Credo che il Chelsea mi abbia permesso di venire qui in Italia perché il livello della serie A è molto alto e, per me, adesso è importante migliorare sul piano tattico. E poi c’è la storia del Torino... Non avrei mai potuto rifiutare. È una sfida, lo so, ma a me piace mettermi alla prova. Ho sempre creduto fortemente in tutto ciò che faccio».

Dove potrà farla crescere il Torino, tattica a parte?

«Voglio segnare di più rispetto al passato, regalando anche qualche assist ai compagni».

Il suo rapporto con la città?

«Torino non è Londra... Tutto è più piccolo, ma pure più rilassato, e la cosa non mi dispiace. Un’altra differenza rispetto a prima è che voi qui fate più allenament­i al pomeriggio, là ci si allenava alla mattina. Ma devo ribadire che tutti si sono adoperati per rendere agevole il mio inseriment­o in questa nuova realtà».

Differenze fra Premier e Serie A?

«In Inghilterr­a il calcio è molto più fisico e veloce. Qui conta di più il cervello, la tattica ha maggiore importanza, devi rimanere sempre concentrat­o e per me è molto importante».

Il Toro la seguiva da molto tempo. Fra l’altro c’è un rapporto di amicizia fra il d.s. granata Petrachi e l’ex tecnico del Chelsea, Antonio Conte. Lo sapeva?

«L’ho appreso solo dopo essere arrivato in Italia».

Ha un modello calcistico?

«David Beckham, quando ero più giovane. Oggi Marcelo del Real Madrid».

Lei è stato il giocatore che incoronò Conte durante i festeggiam­enti per la vittoria del Chelsea in Premier nel 2017. Che rapporto aveva con lui?

«Molto buono, sono stato contento di essermi allenato e di avere giocato con lui. Lo reputo un uomo onesto e sincero, mi ha dato la possibilit­à di giocare, ha un grande rispetto verso tutti. So che vive a Torino, ma non ci siamo mai sentiti da quando sono qui».

Non avete avuto fortuna sino ad oggi con la Var.

«Questo è il calcio del futuro.

Non posso lamentarmi per questo, ma è vero che siamo stati sfortunati».

Tatticamen­te ad inizio carriera giocava più avanzato.

«Ho cominciato come ala pura, poi sono arretrato in difesa, ma nel Torino posso fare entrambe le fasi di gioco. Dipende da cosa mi chiede Mazzarri».

Perché è passato dalle giovanili dell’Inghilterr­a alla Nigeria?

«Ho giocato con gli inglesi sino ai 19 anni, poi per due stagioni non mi hanno più convocato. Così, anche per ascoltare quel che mi diceva il cuore, ho detto sì alla Nigeria, che nel frattempo aveva contattato me ed i miei genitori. Lo reputavo sensato anche per la mia carriera».

Lei è arrivato al Toro in prestito con diritto di riscatto. Pensa a un lungo futuro italiano?

«Mai cambierei la decisione di venire qui. Ma non conosciamo il nostro futuro: sono felice di giocare nel Toro, più avanti vedremo».

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IN NAZIONALE Le sue presenze nella Nigeria, dopo 36 gare con le nazionali giovanili dell’Inghilterr­a

Conosceva già l’Italia?

«Per due anni sono venuto con gli amici in vacanza a Napoli in estate. Mi piace il cibo, soprattutt­o le tagliatell­e».

A proposito di Napoli...

«Li affrontiam­o domenica. Sono pericolosi e forti sul piano tattico, fanno molto pressing. Ma noi siamo il Toro e giochiamo l’uno per l’altro. Quindi...».

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LAPRESSE Temitayo Olufisayo Olaoluwa, per tutti Ola, Aina è nato a Londra 21 anni fa ma è naturalizz­ato nigeriano. Gioca esterno

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