Sì, Moscon sta volando Uno squillo da capitano
Il trentino fa il bis dopo l’Agostoni: «Sono pronto per il Mondiale»
Il cane da caccia. È la metafore che sceglie Gianni Moscon. «Ce l’ha presente? Deve annusare l’odore della preda per saperla riconoscere. Lo stesso vale per il corridore. È bello assaporare il gusto della vittoria prima di una gara come il Mondiale. Così si arriva più preparati. Più pronti. Senza successi troppo recenti, magari ti trovi lì e rischi di non ricordarti come si fa a vincere».
NUMERI Il 24enne trentino di Sky è giustamente raggiante. Da un paio d’ore ha scritto il suo nome nell’albo d’oro del Giro di Toscana-Memorial Alfredo Martini, appena 4 giorni dopo il successo alla Coppa Agostoni, ottenuto al rientro dopo l’espulsione dal Tour per la tentata manata a Gesbert e il successivo stop di cinque settimane. Due trionfi in cinque giorni, dopo che nei primi due anni e mezzo da pro' ne erano arrivati tre in tutto: la svolta, evidente, è nei numeri.
TRAMPOLINO «Una bella conferma. Anche perché il ritmo in salita è stato molto forte. Al terzo passaggio sul Monte Serra si sono decisi i giochi, e ho detto a Bardet di proseguire assieme». Sulla salita toscana, si è vista una Sky in modalità Giro/Tour, fatte le debite proporzioni. Oltre a Diego Rosa, si è messo in luce il giovane irlandese Dunbar, arrivato allo squadrone britannico da poco dopo la chiusura dell’Aqua Blue. Il suo forcing ha lasciato davanti, oltre a Moscon e Bardet, solo Pozzovivo e Reichenbach: sì, proprio lo svizzero che aveva accusato Moscon di averlo fatto cadere di proposito all’ultima Tre Valli Varesine. Una vicenda dalla quale Gianni era stato assolto, in ogni caso. Ai meno 30 dal traguardo di Pontedera sono rimasti in testa solo Moscon e Bardet, sui quali in discesa si è riportato Pozzovivo. Il lucano ha tentato poi l’anticipo senza successo, mentre Moscon — atteso dalla Coppa Sabatini oggi e poi dalla cronosquadre iridata per team di domenica — ha rispettato il pronostico che lo voleva più veloce allo sprint. Giovanni Visconti, quarto, ha regolato i primi inseguitori. «Sono partito un po’ lungo per non rischiare di essere anticipato. Per le mie caratteristiche, devo farli così gli sprint. Il Mondiale comunque sarà un’altra gara, può succedere di tutto anche se non nascondo che le ambizioni sono tante».
RITORNO Questo «impetuoso» ritorno in gruppo di Gianni Moscon fa venire in mente quello di Vincenzo Nibali di fine 2015. Ricordate? Lo Squalo fu espulso dalla Vuelta per traino. Eppure, lungi dall’intristirsi, si gettò a capofitto negli allenamenti riscoprendo sensazioni che quell’anno non aveva mai provato. Risultati: seconda piazza all’Agostoni, vittorie a Coppa Bernocchi e Tre Valli Varesine prima del trionfo al Lombardia. Moscon, con la supervisione del direttoresportivo/allenatore Dario Cioni, ha macinato chilometri su chilometri in altura allo Stelvio e ora, in attesa di valutare i progressi di Vincenzo Nibali e Fabio Aru, può mettere sul tavolo la sua candidatura come leader azzurro per Innsbruck, la città dove tra l’altro risiede da qualche mese. Anche se — lo ha ricordato pure il c.t. Davide Cassani, come si può leggere a fianco — consistenza, lunghezza e rivali del Mondiale non sono paragonabili a Coppa Agostoni e Giro di Toscana. «Il pensiero per questo successo? — conclude Moscon — Sarebbero tanti. Lo dedico a chi mi sta vicino. La famiglia, Dario Cioni, i compagni di Sky. Quelli italiani soprattutto».
LA CHIAVE
Per Gianni 2 gioie in 5 giorni: nei primi due anni e mezzo da pro’ erano state 3
«Il Monte Serra lo abbiamo fatto forte, sensazioni ottime» Oggi Coppa Sabatini