La Gazzetta dello Sport

COL PASSARE DELLE GARE STO TROVANDO LA GIUSTA REATTIVITÀ

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«Non vedevamo l’ora di iniziare dopo un mese e mezzo per preparare una competizio­ne così importante come il Mondiale. C’è servito perché abbiamo fatto 4 amichevoli in questo periodo di preparazio­ne, quindi a noi ci serve il campo. Non siamo ancora al top del nostro potenziale. Partita dopo partita verrà fuori realmente il valore a cui siamo arrivati».

Una prima fase dove avete fatto il pieno di pubblico e dove avete conosciuto il presidente della Repubblica Mattarella. Che effetto le ha fatto?

«Un bell’incontro con la più alta SUL RENDIMENTO MONDIALE carica dello Stato a sostenerci e incoraggia­rci. Che esperienza stringere la mano al presidente. E poi il pubblico: trascinant­e».

In ogni partita a sostenerla c’è tutta la famiglia: mamma Paola, papà Alberto, la sorella maggiore Valentina e la fidanzata Carolina. Una bella spinta.

«Sono molto legato alla mia famiglia, mi hanno sostenuto anche quando mi sono trasferito a Treviso per giocare».

In questa Nazionale ci sono molti giocatori usciti da una piazza storica come Treviso.

«Parliamo di un settore giovanile che negli anni ha portato giocatori in azzurro come Cisolla, Vermiglio, Boninfante, io, Cester, Candellaro, Maruotti…. Una delle squadre più organizzat­e a livello giovanile, la qualità di quegli allenament­i era alta ed è giusto che tanti giocatori siano usciti da lì».

Dopo 2 anni è tornato protagonis­ta in azzurro. Cos’è cambiato?

«Nella vita e nel lavoro ci sono periodi in cui bisogna capire se stessi. Ho fatto 4 anni bellissimi SUI SUOI INIZI ZANI a Verona dove ho giocato nella pallavolo che conta con l’esordio in Nazionale. A 25 anni ho ragionato e ho detto “o proviamo a fare un ulteriore salto di qualità o restiamo così”. E’ arrivata l’occasione di giocarmi un posto a Perugia e me lo sono giocato. E ora sono qui per questo sogno azzurro».

Anzani e Mattiroli: hanno iniziato insieme e ora uno si gioca il Mondiale maschile e l’altro, da preparator­e, quello femminile.

«Con lui ho condiviso i primi passi nella pallavolo. Nati entrambi in provincia di Como, è stato uno dei miei primi allenatori. Dopo un anno che giocavo è lui che mi ha accompagna­to con i miei genitori a Treviso».

TREVISO UNA PALESTRA DI VITA IMPORTANTE PER ARRIVARE AL TOP

SIMONE ANZANI

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