La Gazzetta dello Sport

JUVE DA 10

PIU’ FORTE ANCHE DELL’ARBITRO

- Luigi Garlando INVIATO A VALENCIA

Resta in dieci al 29’ per l’espulsione assurda di CR7 che esce in lacrime ma poi spiana il Valencia con due rigori di Pjanic E Szczesny ne para uno

Succede al 29’ del primo tempo, sullo 0-0. Cristiano Ronaldo e Murillo si allacciano in area. L’ex interista stramazza, il portoghese lo invita a evitare il cinema posandogli una mano sulla testa. L’addizional­e Marco Fritz però ci vede una tirata di capelli. L’arbitro Brych gli crede e caccia CR7. Il rosso diretto gli farà saltare i prossimi due match e quindi cancella il romantico ritorno a Old Trafford del 23 ottobre. Ci fosse stata la Var, ci avrebbe messo un amen a smentire il miraggio dell’amico Fritz, ma non c’è ancora. Speriamo per poco. Un delitto sfregiare partite di questo livello con errori evitabili. Ma nel momento in cui Cristiano esce in lacrime, piangendo il suo primo rosso di Champions, non sa che ha fatto un grande regalo alla sua nuova squadra: le ha permesso di mostrarsi forte, fredda e matura. In un’ora giocata con l’uomo in meno ha segnato 2 gol, non ne ha presi (Szczesny ha parato un rigore) e ha governato con la calma dei grandi. Senza bisogno dei miracoli del giocatore più forte del mondo. Peccato per CR7, ma la Juve porta a casa da Valencia tutto ciò che cercava: punti, prestazion­e, autostima e la sensazione che certi pronostici hanno senso.

SPRECONI La partita 11 contro 11 dura mezz’ora. Se Allegri avesse avuto dei foglietti alla Sarri, avrebbe già annotato: «Chi vuole vincere la Champions da quattro nitide palle gol deve ricavare almeno un gol». La Juve infatti per dieci minuti lascia sfogare le voglie del Valencia, incendiato dal Mestalla. Poi si sposta dall’altra parte e fa una piacevole scoperta: ogni traversone dalla fascia è una lama nel burro. Le zolle centrali, orfane di Garay, sono terra di conquista. Minuto 11: Bernardesc­hi da sinistra, la virgolata di CR7 diventa un cioccolati­no per Mandzukic che però se lo divora. Minuto 17: il cross basso è di Cristiano, la sponda è di Berna e lo spreco colossale di Khedira. Minuto 20: su tracciante di Alex Sandro, Berna e Matuidi sbattono contro i guanti di Neto. Morale: in una diecina di minuti, un poker di occasioni. Troppe per restare ancora sullo 0-0. Però il bicchiere mezzo pieno racconta che, senza dannarsi l’anima e senza rischiare nulla, la Juventus ha trovato la porta con facilità.

BERNA VA Notato quanto volte abbiamo citato Bernardesc­hi? Il ragazzo infatti è entrato con la gamba e la testa giusta, sempre più convinto di vivere la stagione della consacrazi­one. La scelta di Allegri di preferirlo a Douglas Costa e a Cuadrado paga alla grande. Fa tanto anche Ronaldo in questa mezz’ora: assiste, conclude, guadagna corner, riceve dalla fascia e detta la profondità a Khedira. Appare sempre più inserito nei meccanismi bianconeri. E poi spaventa. L’antidoto alla paura sono provocazio­ni e sceneggiat­e. L’amico Fritz ci casca.

PJANIC RIGOROSO La Juve reagisce con la freddezza dei forti. Imperturba­bile. Come se fosse uscito un magazzinie­re e non il più forte del mondo. Matuidi largo, Mandzu unica punta: 4-4-1. Il tempo di un pizzicotto di Batshuayi (Szczesny c’è) e il bravissimo Cancelo sale a incrinare la traversa e a guadagnars­i il rigore che Pjanic parcheggia nell’angolino. Notare: Cancelo e Bernardesc­hi stanno diventando sempre più la catena magica di questa Juve. Vedrete quanto vendemmier­à CR7 accentrand­osi da sinistra e raccoglien­do al centro il loro lavoro. Il secondo rigore che Pjanic parcheggia allo stesso modo a inizio ripresa, lo strappa Bonucci a Murillo che paga le sue colpe. Sospetta coda di paglia del signor Brych, intransige­nte come non mai con l’ex interista. Tutta la mediocrità del Valencia viene a galla come l’olio: squadra che ammassa solo in attacco il poco talento che ha, impoverita dalle assenze (Garay, Kondogbia) ed esageratam­ente scolastica nel suo elementare 4-4-2. Allegri accentra i muscoli di Matuidi (fuori Pjanic), allarga lo scatto di Douglas, che poi si fa male, e arriva in fondo immacolato, grazie a Szczesny che consacra ufficialme­nte il dopo-Buffon parando un rigore immaginari­o di Parejo. Il signor Brych non si è fatto mancare proprio nulla. Bene così, pasticciac­cio Cristiano a parte. Un peccato perderci il suo ritorno a Old Trafford, ma quella notte a Manchester, senza il Pallone d’oro, aiuterà la Juve a crescere ancora di più. E poi chi ha ancora riserve sull’ingresso rapido della Var in Champions se le faccia passare in fretta.

LA SVOLTA Mezz’ora la gara 11 contro 11. Avvio sprint e occasioni per i bianconeri

Poi, in inferiorit­à, gli uomini di Allegri reagiscono con freddezza

 ??  ?? Pianto di rabbia Bernardesc­hi e Matuidi consolano Cristiano Ronaldo dopo l’espulsione decisa dall’arbitro tedesco Brych
Pianto di rabbia Bernardesc­hi e Matuidi consolano Cristiano Ronaldo dopo l’espulsione decisa dall’arbitro tedesco Brych
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 ??  ?? Miralem Pjanic, 28 anni, calcia il rigore che dà il vantaggio alla Juventus, in 10, allo scadere del primo tempo Il bosniaco resta freddo sul dischetto e si ripete all’inizio della ripresa: è 2-0 per i bianconeri Wojciech Szczęsny, 28 anni, para il rigore a Parejo AFP-EPA ● 1 ● 3 ● 2 3
Miralem Pjanic, 28 anni, calcia il rigore che dà il vantaggio alla Juventus, in 10, allo scadere del primo tempo Il bosniaco resta freddo sul dischetto e si ripete all’inizio della ripresa: è 2-0 per i bianconeri Wojciech Szczęsny, 28 anni, para il rigore a Parejo AFP-EPA ● 1 ● 3 ● 2 3
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