Il Ninja, gli esterni e Icardi Ecco le carte per la risalita
●I nerazzurri soffrono nel creare gioco: si aspettano la crescita di Nainggolan e la ripresa dei croati. E se Maurito riceve i palloni giusti...
MILANO
La notte di Champions ha regalato emozioni. Il ritorno alla normalità del campionato deve regalare certezze. L’Inter si è lasciata il Tottenham alle spalle ed è già pronta: per scalare posizioni in Serie A serve un salto di qualità immediato nel gioco, già da domani con la Sampdoria a Marassi. E mancando i piedi buoni di un playmaker puro in mezzo al campo, tocca all’alchimista Luciano Spalletti trovare le alternative: una «missione qualità» che deve passare da tanti giocatori e tanti incastri. Il primo antidoto si chiama Radja Nainggolan. L’allenatore negli ultimi tempi l’ha ripetuto spesso: il Ninja nerazzurro può dare tanto, ma tanto di più. Lui è l’uomo delle vampate, delle accelerate, della grinta a tonnellate. Oltre che della leadership naturale. Finora, però, complice l’infortunio alla coscia di metà luglio, si è visto un Radja a scartamento ridotto. Il gol di Bologna è stato il punto più alto ma l’ex Roma ha bisogno di tornare al top della forma per riuscire a fare da collante tra mediana e attacco, nel cuore della manovra. Anche perché nell’economia del gioco spallettiano l’intesa tra Nainggolan e Mauro Icardi è uno dei capisaldi. E in questo caso Luciano è stato chiarissimo nel post Champions: l’anello mancante dell’Inter di settembre è proprio questo. Quando i due riusciranno a capirsi al volo e a dialogare con più continuità, i nerazzurri avranno un’arma in più potenzialmente letale.
CAPITANO & CO.
Maurito, questo si sa, ha bisogno di tanti palloni giocabili: in caso contrario rischia di rimanere ai margini della partita, esattamente come è successo per 85 minuti contro il Tottenham. Il primo gol stagionale può essere il trampolino anche per lui: tra l’altro domani sera c’è la Samp, a cui da ex ingrato ha segnato 10 reti, addirittura un poker a Marassi lo scorso marzo. E al di là degli inserimenti di Nainggolan che possono aprirgli gli spazi, una chiave fondamentale nel gioco «maurocentrico» sono le fasce, prima fonte di palloni per l’argentino. Anche qui gli esterni possono e devono dare di più, perché l’allargamento del gioco è una variabile che finora è stata poco utilizzata. Perisic quando gira è un top player assoluto: il croato è partito bene, ha segnato, ma ora sembra un po’ appassito, sicuramente per colpa delle fatiche mondiali; Politano deve ancora assorbire del tutto il salto dalla provincia felice di Sassuolo e sta funzionando a sprazzi: gli inserimenti da destra al centro, per un mancino atipico come lui, possono davvero fare male come si è visto nella prima parte del match contro il Torino; Keita ha giocato più da falso nueve e il marchio di fabbrica, ovvero velocità e dribbling, è ancora sbiadito: quando ingranerà anche lui, ultimo arrivato in nerazzurro, Spalletti avrà un jolly importantissimo in tutti i settori dell’attacco.
CENTROCAMPO
I mediani nerazzurri non hanno un pedigree di piedi buoni: la certezza Brozovic e gli alternativi (fin qui) Vecino e Gagliardini non sono dei fini passatori ma, come ha dimostrato il croato l’anno scorso, si può fare ancora di più. Brozo, in fondo, è come l’amico Perisic: quando è in forma, in fiducia, i piedi si sgrezzano e il guerriero può fare anche da play. I 5 minuti finali del match col Tottenham hanno rilanciato anche le quotazioni di Borja Valero: il primo acquisto dell’era Spallettiana non si è vi-
>sono Politano e Keita due jolly ma hanno ancora il freno a mano tirato
>Anche Borja Valero può dare idee e geometrie, magari anche soltanto part time
sto ancora in campionato, è considerato più un’alternativa ai trequartisti ma in mediana può dare nuove idee e geometrie. Magari soltanto part time, ma può essere importante.
IL TORO
Proprio come Lautaro Martinez: l’argentino ha avuto finora poca fortuna e dopo il debutto da titolare con il Sassuolo alle spalle di Icardi si è perso. Il suo recupero fisico dà all’Inter un surplus di qualità evidente: il Toro sa difendere bene la palla e ha in tasca i numeri per essere determinante. Soprattutto, come si è visto nel precampionato, si trova con Icardi. Con i due argentini a tutta, la missione qualità di Spalletti sarà molto più facile.