La Gazzetta dello Sport

Il Ninja, gli esterni e Icardi Ecco le carte per la risalita

●I nerazzurri soffrono nel creare gioco: si aspettano la crescita di Nainggolan e la ripresa dei croati. E se Maurito riceve i palloni giusti...

- Carlo Angioni

MILANO

La notte di Champions ha regalato emozioni. Il ritorno alla normalità del campionato deve regalare certezze. L’Inter si è lasciata il Tottenham alle spalle ed è già pronta: per scalare posizioni in Serie A serve un salto di qualità immediato nel gioco, già da domani con la Sampdoria a Marassi. E mancando i piedi buoni di un playmaker puro in mezzo al campo, tocca all’alchimista Luciano Spalletti trovare le alternativ­e: una «missione qualità» che deve passare da tanti giocatori e tanti incastri. Il primo antidoto si chiama Radja Nainggolan. L’allenatore negli ultimi tempi l’ha ripetuto spesso: il Ninja nerazzurro può dare tanto, ma tanto di più. Lui è l’uomo delle vampate, delle accelerate, della grinta a tonnellate. Oltre che della leadership naturale. Finora, però, complice l’infortunio alla coscia di metà luglio, si è visto un Radja a scartament­o ridotto. Il gol di Bologna è stato il punto più alto ma l’ex Roma ha bisogno di tornare al top della forma per riuscire a fare da collante tra mediana e attacco, nel cuore della manovra. Anche perché nell’economia del gioco spallettia­no l’intesa tra Nainggolan e Mauro Icardi è uno dei capisaldi. E in questo caso Luciano è stato chiarissim­o nel post Champions: l’anello mancante dell’Inter di settembre è proprio questo. Quando i due riuscirann­o a capirsi al volo e a dialogare con più continuità, i nerazzurri avranno un’arma in più potenzialm­ente letale.

CAPITANO & CO.

Maurito, questo si sa, ha bisogno di tanti palloni giocabili: in caso contrario rischia di rimanere ai margini della partita, esattament­e come è successo per 85 minuti contro il Tottenham. Il primo gol stagionale può essere il trampolino anche per lui: tra l’altro domani sera c’è la Samp, a cui da ex ingrato ha segnato 10 reti, addirittur­a un poker a Marassi lo scorso marzo. E al di là degli inseriment­i di Nainggolan che possono aprirgli gli spazi, una chiave fondamenta­le nel gioco «maurocentr­ico» sono le fasce, prima fonte di palloni per l’argentino. Anche qui gli esterni possono e devono dare di più, perché l’allargamen­to del gioco è una variabile che finora è stata poco utilizzata. Perisic quando gira è un top player assoluto: il croato è partito bene, ha segnato, ma ora sembra un po’ appassito, sicurament­e per colpa delle fatiche mondiali; Politano deve ancora assorbire del tutto il salto dalla provincia felice di Sassuolo e sta funzionand­o a sprazzi: gli inseriment­i da destra al centro, per un mancino atipico come lui, possono davvero fare male come si è visto nella prima parte del match contro il Torino; Keita ha giocato più da falso nueve e il marchio di fabbrica, ovvero velocità e dribbling, è ancora sbiadito: quando ingranerà anche lui, ultimo arrivato in nerazzurro, Spalletti avrà un jolly importanti­ssimo in tutti i settori dell’attacco.

CENTROCAMP­O

I mediani nerazzurri non hanno un pedigree di piedi buoni: la certezza Brozovic e gli alternativ­i (fin qui) Vecino e Gagliardin­i non sono dei fini passatori ma, come ha dimostrato il croato l’anno scorso, si può fare ancora di più. Brozo, in fondo, è come l’amico Perisic: quando è in forma, in fiducia, i piedi si sgrezzano e il guerriero può fare anche da play. I 5 minuti finali del match col Tottenham hanno rilanciato anche le quotazioni di Borja Valero: il primo acquisto dell’era Spallettia­na non si è vi-

>sono Politano e Keita due jolly ma hanno ancora il freno a mano tirato

>Anche Borja Valero può dare idee e geometrie, magari anche soltanto part time

sto ancora in campionato, è considerat­o più un’alternativ­a ai trequartis­ti ma in mediana può dare nuove idee e geometrie. Magari soltanto part time, ma può essere importante.

IL TORO

Proprio come Lautaro Martinez: l’argentino ha avuto finora poca fortuna e dopo il debutto da titolare con il Sassuolo alle spalle di Icardi si è perso. Il suo recupero fisico dà all’Inter un surplus di qualità evidente: il Toro sa difendere bene la palla e ha in tasca i numeri per essere determinan­te. Soprattutt­o, come si è visto nel precampion­ato, si trova con Icardi. Con i due argentini a tutta, la missione qualità di Spalletti sarà molto più facile.

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 ?? LAPRESSE ?? A MENO DUE DA 450 Luciano Spalletti, 59 anni, è alla seconda stagione all’Inter. Domani contro la Samp, che ha allenato nel 1998-1999, il tecnico toscano arriverà a 449 panchine in Serie A. Con i nerazzurri, in campionato, ha vinto 21 partite su 42
LAPRESSE A MENO DUE DA 450 Luciano Spalletti, 59 anni, è alla seconda stagione all’Inter. Domani contro la Samp, che ha allenato nel 1998-1999, il tecnico toscano arriverà a 449 panchine in Serie A. Con i nerazzurri, in campionato, ha vinto 21 partite su 42

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