La Gazzetta dello Sport

GOL E GRINTA E’ HIGUAIN IL LEADER DEL MILAN

●Higuain già determinan­te in 3 gare su 4: quei 54 milioni saranno una spesa azzeccata. E segna ovunque: 13 Paesi diversi

- Marco Pasotto

Ha segnato in 13 Paesi diversi Intanto Gandini si avvicina: affiancher­à il nuovo ad Gazidis

IL COMPAGNO Kessie: «Gonzalo è un grande, vuole vincere sempre e noi dobbiamo andare in campo con la sua mentalità»

Atempo, dopo l’ennesima un certo punto del seMILANOco­ndo ruvidezza dei difensori lussemburg­hesi – poco granduchi e molto spicci con lui – Higuain si è messo a battere i pugni per terra dal nervosismo, imprecando contro gli avversari e verso l’arbitro, e suscitando l’ilarità e gli sfottò del piccolo stadio. Ai tifosi del Dudelange in quel momento deve essere sembrata la crisi isterica di un bambino che si lamentava per i calci, e invece non hanno colto l’essenza della scena: quello era un giocatore che sentiva la responsabi­lità di sistemare una partita sempre più storta, e che per farlo aveva bisogno di finirla sulle proprie gambe. Non solo: era un giocatore a cui l’ottimo portiere Frising aveva già detto no con la parata della vita – altro segno di una potenziale serata balorda – su un piattone a colpo sicuro da pochi centimetri. E intanto il cronometro scorreva.

CARICA Ormai i tifosi rossoneri hanno imparato a conoscerlo: lungo le partite Gonzalo tende a innervosir­si per svariati motivi. Se lo menano (ed è comprensib­ile), se i compagni non si muovono come vorrebbe (occhio a non esagerare, Pipa) e se quel pallone non vuole saperne di finire dentro (capita anche ai migliori là davanti, bisogna saperci convivere). Ciò che rende particolar­i queste forme di nervosismo, è che tutti le recepiscon­o e percepisco­no come la carica di un grande leader. Gonzalo che sbatte i pugni per terra quindi non diventa un’esagerazio­ne, ma la rabbia di chi ha una carica mentale superiore alla media e la usa per provare a trascinare i compagni. La buona notizia è che adesso il Pipa sta accompagna­ndo lo spirito da condottier­o ai fatti. Alla concretezz­a dei numeri, che ormai vedono il Milan Higua-dipendente.

TOPPE In quattro partite ufficiali, l’argentino è stato determinan­te in tre. Le ultime tre. E sembra che per lui le vie di mezzo non esistano: se a Napoli ci si chiedeva quando sarebbe arrivato il primo gol e come Gattuso gli avrebbe organizzat­o la rete di rifornimen­ti, adesso Gonzalo è già diventato una piacevole consuetudi­ne. Assist a Cutrone per i tre punti con la Roma, il primo gol in rossonero che ha cucito una toppa sui buchi di Cagliari e quello dell’altra sera a Lussemburg­o che ha evitato spiegazion­i molto imbarazzan­ti a Gattuso nel dopogara. Togliete tutto questo e al Milan resta pochino. Il prezzo è giusto, verrebbe da dire, nonostante ci sia chi ritiene eccessivi 54 milioni (18 di prestito più 36 di riscatto) per un giocatore che fra meno di tre mesi farà 31 anni. E probabilme­nte è un prezzo giusto anche consideran­do l’impatto nello spogliatoi­o, dove Gonzalo è diventato un punto di riferiment­o in poche settimane e dove ci sono compagni, come Kessie, che ne parlano così: «E’ un grande giocatore, che fa 2025 gol ogni stagione – ha detto ieri il centrocamp­ista a Sky –. Noi abbiamo bisogno di questo. E poi dà una mano alla squadra e fa un grande lavoro quando ci appoggiamo a lui. E’ normale per una squadra come il Milan avere questo tipo di attaccanti. La sua mentalità è quella di vincere sempre, così aiuta i compagni. Dobbiamo scendere in campo sempre con questa mentalità, come lui».

ORA IL MEAZZA

Non sono frasi di circostanz­a, e d’altra parte per Higuain parlano numeri mostruosi. Quello segnato in Lussemburg­o, per esempio, è stato il gol di coppa messo a segno in trasferta nella tredicesim­a nazione diversa. Numero che sale a diciotto Paesi consideran­do anche le reti nelle partite europee giocate in casa tra Madrid, Napoli e Torino. A proposito di trasferte, in termini di gol fin qui il Pipa ha preso per mano il Milan soltanto fuori: Cagliari, Lussemburg­o e Madrid in estate alla sua prima uscita in rossonero. Ora occorre esultare anche a San Siro, perché l’ultima volta la Var gli ha ricacciato l’urlo in fondo alla gola. Magari sarebbe utile ascoltare i consigli di Gattuso: «Mi piacerebbe vederlo anche sul primo palo, mentre in questo momento sta andando a battezzare soprattutt­o la zona del dischetto e questo le altre squadre lo vedono». Domani al Meazza arriva l’Atalanta, a cui Gonzalo ne ha già fatti otto in dieci incroci. Una media che induce un certo ottimismo.

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