I TECNICI DEL FUTURO
Gli allenatori emergenti in Serie A
Leonardo fa le cose… Semplici, ma la sua rincorsa con la Spal ha qualcosa di straordinario. Una storia d’altri tempi, con Ferrara finalmente in prima pagina (dopo 49 anni di oblìo) a rinfrescare i ricordi degli anni belli. Quest’avvio scoppiettante segue una salvezza all’insegna della continuità. Sì, perché una società che riesce a fare il doppio salto dalla Serie C e s’impegna a ristrutturare lo stadio vuol dire che ha fatto un salto di qualità con pochi precedenti. Soprattutto al giorno d’oggi, con le grandi sempre più grandi e le piccole costrette a rintanarsi in un cantuccio. Anche di recente chi ha provato a difendere la massima serie (arrivando dalle categorie minori) ha faticato a confermarsi. Così nel miracolo spallino è bene distribuire gli onori, senza trascurare quelli del tecnico fiorentino: profeta di un calcio che non ha la griffe di uno chef stellato, ma che riempie sempre la pancia con piatti appetitosi. Dopo tante stagioni in terza serie Semplici ha l’esperienza giusta per evitare le trappole di una notorietà improvvisa. La sua ascesa, a questo punto, non merita solo simpatia. Questa Spal robusta s’è attrezzata per dare fastidio dov’è possibile.
In un recente passato Maurizio Sarri, con altri canoni calcistici, ha fatto innamorare un po’ tutti con il suo Napoli spettacolare, partendo anche lui dalla gavetta. Insomma, tra i nostri allenatori c’è un continuo e proficuo ricambio. Ciascuno ha le sue prerogative ma il sapere tattico è sempre di qualità. La nuova stagione propone solo tre veri debuttanti, mediamente giovani. Infatti Roberto D’Aversa (Parma) ha 43 anni, mentre Moreno Longo (Frosinone) ne ha 42 ed infine lo spagnolo Julio Velazquez (Udinese) ne ha appena 36. Tra questi il tecnico degli emiliani è quello che più si avvicina a Semplici, visto che ha preso le redini del club gialloblù quando era ancora in C e in poco più di un anno e mezzo l’ha riportato in A. L’impresa di San Siro con l’Inter è il primo sigillo di una carriera ancora tutta da scoprire, ma l’allenatore abruzzese (che si ispira ad Antonio Conte) ha già dimostrato di avere i fondamentali per un percorso di livello. Invece Longo al Frosinone ha dovuto pazientare un anno (dopo la beffa ai playoff) per assaporare l’aria del grande calcio: anche lui privilegia il senso pratico, non si avventura negli orpelli degli strateghi alla moda. Particolare il curriculum dello spagnolo chiamato da Gino Pozzo a risollevare l’Udinese. Ha voglia di imparare e tanto entusiasmo: vediamo se porta qualcosa di nuovo o se si nutre del nostro verbo calcistico. Infine c’è quel Roberto De Zerbi che a 39 anni è già alla terza apparizione in A. Stavolta col Sassuolo rivendica un ruolo da protagonista, la nomination se l’è già assicurata.