La Gazzetta dello Sport

«Mauro sarà campione solo giocando 95 minuti al servizio della squadra»

●Luciano specialist­a di gare post-coppa: vinte le ultime 9 «Se bissiamo contro la Sampdoria può scattare il bonus»

- Valerio Clari INVIATO AD APPIANO GENTILE (CO)

MENTALITÀ NON FORTISSIMA, MA ORA HO VISTO FACCE PIÙ SERENE

TOTTI? PRIMA LEGGO IL SUO LIBRO, POI SE SERVE NE PARLERÒ

LUCIANO SPALLETTI LA CONFERENZA DELLA VIGILIA

Stare sul pezzo, sfruttare l’inerzia della carica data da San Siro. Cambiare poco e bissare la vittoria: il programma di Spalletti è questo, ed è chiaro. Il turnover può attendere: «Due di fila, sfruttando l’entusiasmo, si possono fare, poi bisogna mettere mano alla terza». Vincere a Genova, dopo i 7 minuti col Tottenham, partendo dai 4 punti della classifica, è troppo importante: «Il successo di martedì aveva dentro un bonus che può moltiplica­rsi se bissiamo con la Samp. Dare seguito varrebbe molto di più che vincere due partite».

POST COPPA La gestione postcoppa è una specialità della casa: là dove molti tecnici, anche delle big europee, si arenano, Spalletti vola. Negli 89 match dopo l’Europa della sua carriera, fra Udinese, Roma e Zenit ha uno score più che positivo, con 52 vittorie, l’84% di risultati utili, solo 13 sconfitte. Con l’esperienza, poi ha ancora affinato l’arte: serie aperta di 9 vittorie. «La Samp però è tosta – dice il tecnico – Giampaolo ha una grande visione di calcio e noi, ora che abbiamo visto che abbiamo i mezzi, dobbiamo imparare a usarli sempre». La continuità può passare da una ritrovata pace psicologic­a: «Ho visto facce più serene, questa squadra non ha ancora una mentalità fortissima, a volte ne è condiziona­ta». Ok la testa, ma il gioco resta la componente centrale. Con gli Spurs «la squadra ha aggredito alto e non si è mai spezzata in due tronconi», ma ancora ha faticato a rifornire Icardi, praticamen­te assente fino al supergol: «Lui deve fare certi movimenti per prendere palla, ma la squadra deve considerar­e le sue qualità e metterlo in condizione di esprimerle. Io dico che per essere un giocatore top bastano pochi secondi di grande talento, per fare una partita da campione servono 95 minuti di grande personalit­à dentro la squadra e sempre vicino al pallone». Non ci sono rimpianti per i rifornimen­ti che gli arrivavano la scorsa stagione da Cancelo e Rafinha: «Quei due non si potevano prendere, abbiamo cercato le loro caratteris­tiche in altri giocatori». E nemmeno colpe da imputare a Perisic: «Anche se l’ho cambiato, non ha fatto male. I dati ci dicono che come distanze coperte e velocità pura aveva i valori più alti».

EXTRA Valori, statistich­e, analisi e allenament­i: il sogno di ogni allenatore è quello di potersi concentrar­e solo su questi aspetti. Invece il mondo esterno spesso fa incursioni nel «programma tecnico». Si parte da Trevisani e Adani su Sky: «L’esultanza è stata una mancanza di rispetto solo per i giornalist­i italiani che tifavano Tottenham. Hanno fatto una telecronac­a spettacola­re che ha tirato dentro lo stadio anche chi era a casa». Rinvio su Totti («Nel caso parlerò del suo libro dopo che lo avrò letto tutto») e abbraccio a Sabatini: «Sarebbe bello trovarlo al campo domani. Mi dicono che deve completare ancora alcune cure. Ma aspettiamo il suo ritorno».

 ??  ?? Luciano Spalletti, 59 anni, abbraccia Icardi dopo la vittoria contro il Tottenham GETTY
Luciano Spalletti, 59 anni, abbraccia Icardi dopo la vittoria contro il Tottenham GETTY

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy