Gandini è vicino Sarà l’uomo in più nella partita Uefa
●L’a.d. della Roma pronto a lasciare i giallorossi per tornare in rossonero e affiancare Gazidis
Ingaggiare un top player prima che arrivino limitazioni agli acquisti da parte della Uefa: è una strategia con cui la vecchia gestione del Milan ha flirtato a lungo, prima del cambio di rotta voluto dal fondo Elliott. Ora non si fa più, a meno che il top player non sia un dirigente: uno come Umberto Gandini, ad esempio, destinato a entrare nel rinnovato management di via Aldo Rossi. Le voci sul ritorno in rossonero del 58enne varesino si rincorrono ormai da settimane, ma nelle ultime ore c’è stata un’accelerazione: Gandini è pronto a lasciare la poltrona di amministratore delegato della Roma, risolvendo il contratto coi giallorossi per… andare al Diavolo, ovvero tornare al vecchio amore.
IN EUROPA
Non è un dispetto alla Uefa, l’acquisizione di Gandini. Anzi. Durante la prima – lunga – esperienza milanista, gli sono stati affidati incarichi prestigiosi a livello di rapporti, ovviamente anche in ambito internazionale. È stato il volto, la figura rossonera che commentava a caldo i sorteggi Champions a Montecarlo, è stato l’uomo che ha avuto a che fare con Nyon centinaia di volte, svolgendo il suo compito sempre con stile e signorilità. Avendo appena strappato all’Arsenal un pezzo da novanta come Ivan Gazidis (membro del consiglio direttivo dell’Eca, l’organismo che rappresenta la società calcistiche a livello europeo), il Milan aveva già aumentato peso e competenza in vista dei prossimi incontri con la Uefa: con Gandini la credibilità s’accresce ulteriormente, e servirà ben presto. Sì, perché alle porte c’è il prossimo round con l’Adjudicatory Chamber, a cui il Tas di Losanna ha rispedito il faldone Milan chiedendo un castigo più «proporzionato»: a Nyon attendono sempre le benedette motivazioni della sentenza, poi dovranno scegliere la nuova pena per lo sforamento di bilancio del triennio 2014-17. Che potrà essere una multa, anche sotto forma di trattenuta dei ricavi derivanti dalle competizioni Uefa, o una restrizione riguardante il tesseramento dei giocatori, o una combinazione di queste sanzioni. La tempistica resta incerta, in quanto il Tas non ha una vera dead line per fornire le motivazioni, ma solo per depositare l’intero dispositivo: tre mesi, peraltro prorogabili. LA COPPIA Poi comincerà la seconda parte del confronto, più importante della prima. Si andrà, infatti, all’Investigatory Chamber, competente per l’eventuale definizione di un Settlement Agreement, o magari di un Voluntary (meno probabile, nonostante l’avvenuto cambio di proprietà). È la vera partita europea del Milan, perché paletti troppo severi limitano non solo la possibilità di arrivare al vertice, ma anche quella di restarci. E Gandini lo sa bene, visto ciò che sta capitando alla Roma, semifinalista di Champions e obbligata ugualmente a vendere pezzi pregiati, per completare il cammino di risanamento in ossequio al Fair play finanziario. Al Milan, la coabitazione con Gazidis nel ruolo di a.d. lo vedrà in appoggio dal lato strettamente economico, ma in prima linea da quello sportivo. Compiti chiari e fiducia reciproca: così la coppia non scoppierà.
LO SCENARIO
Il club attende che la Uefa si esprima sulla nuova sanzione, ma mancano le motivazioni della sentenza del Tas