La Gazzetta dello Sport

OPERAZIONE NOSTALGIA? NO, È L’IDEA DI RILANCIO

- ANDREA MASALA

«Non se ne vada, abbiamo bisogno di lei». «Non me ne sono mai andato». Così come James Bond, in versione Daniel Craig, che replica alla sua superiore M (Judy Dench nel film «Quantum of Solace»), Umberto Gandini può spiegare il ritorno alla sua M, cioè il Milan. Sì, il dirigente ha lavorato alla Roma, ma non ha mai staccato gli occhi, e soprattutt­o il cuore, dal club che considera la sua vera casa. Il Gandini-bis conferma che la nuova dirigenza, dal Fondo Elliott a Paolo Scaroni presidente-tifoso, vuole richiamare a raccolta chi ha giocato titolare nell’età d’oro di Silvio Berlusconi. Prima Leonardo, poi Paolo Maldini, ora Gandini: tutti uomini, in campo e fuori, abituati ad alzare trofei, riconosciu­ti in tutto il mondo. Non è un caso che Umberto si sia guadagnato la carica di ministro degli esteri rossonero. Adriano Galliani e Ariedo Braida, veri e propri monoliti milanisti, stanno per forza di cose alla finestra e, chissà, provano anche un pizzico d’orgoglio nel vedere che, sul loro esempio, chi è stato al loro fianco per lunghi anni è ancora ritenuto capace di rilanciare l’ex top club. Operazione nostalgia? No, si rischia di essere limitativi e superficia­li. I gloriosi cavalli di ritorno si riuniscono: forse, come capita spesso nelle grandi aziende, si è capito che il metodo della tabula rasa non si rivela sempre efficace. Il Milan ritrova i suoi guerrieri di un tempo. E non è detto che siano gli ultimi…

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