La Gazzetta dello Sport

Roma, Perotti difende DiFra «È giunta l’ora di ritrovarci»

● L’argentino verso la prima da titolare «Facile ma ingiusto accusare l’allenatore»

- Andrea Pugliese ROMA

Adesso è arrivato davvero il suo momento. Perché poi l’assaggio di mercoledì scorso in quel di Madrid, in Champions, è stato appena un mini-rodaggio, tra l’altro neanche andato poi così bene. Domani, però, a Bologna inizierà davvero la stagione di Diego Perotti, rimasto finora un po’ ai margini della Roma e pronto alla sua prima da titolare. Diego ha regolato i giri per un po’, ha messo definitiva­mente da parte la fastidiosa distorsion­e alla caviglia sinistra che l’ha tenuto fuori quasi per tre settimane ed è anche pronto a riprenders­i il ruolo che gli compete: da protagonis­ta, perché poi così vuole anche Di Francesco, che sa che l’unico giocatore d’attacco con certe caratteris­tiche è proprio lui. Bravo nello stretto, maestro nell’uno contro uno, perfetto per creare la superiorit­à numerica in partite bloccate, dove gli spazi sono spesso ridotti all’osso.

L’ATTESA «Sicurament­e ci aspettavam­o a questo punto della stagione di avere più punti e avere anche un gioco migliore – ha detto ieri Perotti a Sky Sport – Ma se c’è la possibilit­à di trovare qualcosa di buono in questa partenza è il fatto che siamo consapevol­i che c’è ancora del tempo per migliorare». Già, è vero. Siamo solo alla quinta giornata, c’è ancora quasi tutto un campionato per rimettere le cose a posto. Ma è anche vero che la Roma deve fare in fretta, a partire proprio dalla trasferta di Bologna, dove servirà assolutame­nte tornare a casa con una vittoria rassicuran­te prima del doppio passaggio Frosinone-Lazio. «È vero, già da domani dobbiamo ritrovare la vittoria e con essa anche noi stessi – continua l’esterno argentino – Non abbiamo una risposta a un momento così. Abbiamo provato a modificare qualcosa, ma poi non è solo un fattore che influisce, ma tanti su cui possiamo migliorare. Di certo c’è che ci siamo allenati tanto, le vittorie non possono che arrivare».

LA DIFESA Poi Perotti si lancia in difesa di Di Francesco, tra i principali imputati dell’attuale momento della Roma. Ma non è una difesa di opportunis­mo, più che altro di riconoscen­za. Perché Diego è rimasto a Roma proprio perché due estati fa è arrivato Di Francesco al posto di Spalletti e perché con l’attuale tecnico ha sempre avuto un rapporto schietto, seppur negli ultimi tempi girino voci di presunti litigi. Perotti va oltre, senza problema alcuno: «Siamo noi a scendere in campo, è lì che dobbiamo dare la risposta e fare ciò che proviamo in settimana. Nel calcio si sa, la risposta più facile è sempre quella di dare la colpa al mister e mandarlo via, perché poi non si possono cacciare 25 calciatori. Ma non è giusto. Lo scorso anno siamo arrivati alla semifinale di Champions con questo allenatore e con quasi la stessa rosa, non è possibile essere così diversi in soli 2-3 mesi. Non è possibile essere diventati la squadra peggiore dopo essere stata la migliore. Il rapporto con lo staff è lo stesso, come la voglia di far bene». Ed allora serve il campo, appunto. È lì che la Roma ha bisogno di risposte.

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LAPRESSE Eusebio Di Francesco, 49 anni, tecnico della Roma. Sopra Diego Perotti, 30

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