La Gazzetta dello Sport

IL COLOSSO RUSSIA ESEMPIO DI DISCIPLINA

- Di MATTEO PIANO @Teuzzo

Non ho detto molto in giro di questa bella collaboraz­ione sulla Gazzetta, tant’è che i miei genitori l’hanno scoperto pochi giorni fa, e quindi dopo avermi fatto un po’ di domande, mia mamma senza troppo girarci intorno mi ha chiesto:

«Ma sulla Russia cosa scrivi? Ci sei stato solo una volta, mannaggia». Io per tranquilli­zzarla le ho detto «Mamma, lascia stare. Sono nelle canne», ovvero in difficoltà. Con la tenerezza materna ancora addosso mi rimetto a scrivere e penso a quell’unica volta che sono andato in Russia, dove avevamo due gare di World League da disputare.

Nel 2013 andammo a Surgut, una città dispersa da qualche parte in Siberia e secondo me non una delle perle di bellezza russe. Pensando alla Russia, a tutti verranno in mente parecchie cose, tra le tante che sono venute a galla nella mia testa, c’è la Transiberi­ana, che un giorno non lontano farò, e il senso di disciplina. Sportivame­nte parlando, la nazionale russa è spesso stata uno dei colossi da battere sul campo, ricordo veramente tante importanti­ssime battaglie contro di loro. Nelle Final six di World League, sperando che la mia memoria non mi abbandoni, perdemmo in semifinale con loro e lo stesso anno perdemmo la finale dell’europeo. Nel 2015 invece li battemmo durante la World Cup in Giappone in una partita chiave che ci regalò il sogno di essere qualificat­i per i Giochi olimpici di Rio, e sempre nello stesso anno li avevamo sconfitti anche ai quarti di finale dell’Europeo 2015. Ho parlato di disciplina perché credo possa essere una qualità e una peculiarit­à della mentalità russa. In un’intervista a Katia Serra, ex calciatric­e e responsabi­le settore calcio femminile, che avevo letto, lei parlava di quanto la disciplina sportiva potesse favorire l’integrazio­ne tra i ragazzi e di quanto potesse accompagna­re nella quotidiani­tà ognuno di noi. Ho avuto la fortuna di avere dei grandi allenatori che mi trasmetton­o e hanno trasmesso questo senso di disciplina. Una disciplina che va vissuta e interpreta­ta personalme­nte, per poi poterla condivider­e con la propria squadra; lo sport di squadra è musica e la bella musica non avviene suonando a casaccio, e non parlo di musica che piace o no, parlo di musica bella. Ci sono anche le squadre che giocano bene e quelle che giovano meno bene, ma la bellezza dell’essere squadra e del suo gioco non è la stessa cosa. Non interpreto la parola disciplina come un lemma duro, rigido, bensì la leggo come fosse un filo che unisce più persone, valori e cose. All’inizio i genitori possono avere questo compito di lasciarci un pezzetto di filo in mano, poi arriverann­o i professori che hanno questo onere e nonostante oggi magari non sia sempre facile essere insegnanti, abbiamo bisogno di bravi maestri che continuino a consegnarc­i e a

farci allungare questo filo. Gli allenatori non sono molto lontani dai professori e hanno il medesimo compito, e alla fine ci siamo noi, che a un certo punto siamo più o meno grandicell­i e dobbiamo provare a legare il nostro filo e condivider­e il più possibile il nostro essere con la collettivi­tà. Tutto questo credo possa rientrare sotto questa bella e foneticame­nte dura parola chiamata Disciplina.

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LAPRESSE Un momento di Italia-Russia ai quarti europei 2015, a Busto
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 ??  ?? La Russia al Mondiale 2018: 4 anni fa i russi chiusero al quinto posto
La Russia al Mondiale 2018: 4 anni fa i russi chiusero al quinto posto

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