La Gazzetta dello Sport

Il Milan contro il tabù Atalanta si affida a Suso Belotti-Zaza, Mertens-Insigne A pranzo c’è Torino-Napoli con la sfida delle coppie-gol

Suso, basta col digiuno: se si sblocca gode il Milan

- Marco Fallisi MILANO

LA PARTENZA

Lo spagnolo ha servito un assist a Calabria nel debutto di Napoli e per 2 volte su 3 è stato il migliore in campo

●I rossoneri non segnano in casa con l’Atalanta da quattro anni, lo spagnolo cerca la rete che manca da 17 giornate di fila e Gattuso lo carica: «Deve attaccare la porta e tirare di più»

Sembra una di quelle scene infinite che si vedevano negli episodi di Holly e Benji. Il Milan ospita l’Atalanta a San Siro e mentre uno dei rossoneri va al tiro per cercare il gol, succede di tutto: nel frattempo il club cambia proprietar­i e presidenti (due volte), allenatori (sette), giocatori e persino sede, ma alla fine della scena la sostanza non cambia, il Diavolo non segna. Già, quando arrivano i bergamasch­i, ai tifosi milanisti sembra di vivere un interminab­ile déjà-vu, perché andare in bianco in casa contro la Dea è una scomoda consuetudi­ne che si ripete da quattro annate di fila. Dopo il 3-0 del 6 gennaio 2014, più nulla: due 0-0 incastrati tra uno 0-1 e lo 0-2 dello scorso dicembre, quando Gattuso aveva appena iniziato ad aggiustare la macchina inceppata. Mai come stasera, allora,

San Siro vuole applaudire i gol.

Del Milan e magari di Suso, a digiuno nel digiuno: 1.498 minuti senza segnare in Serie A cominciano a pesare anche per uno che di profession­e non fa il bomber, ma che non snobba affatto l’opzione di buttarla dentro. Con il sinistro a giro, specialità della casa, o con variazioni sul tema, come accaduto l’ultima volta. CONGELATO La vena realizzati­va dello spagnolo si è interrotta dopo una domenica di febbraio a Udine, quando Jesus si inventò un bolide da casa sua che si infilò sotto la traversa, «forse il mio gol più bello». Da allora sono passate 17 giornate e quella perla è rimasta l’unica della collezione in campionato sotto la gestione di Gattuso. Che, reti o meno, lo considera indispensa­bile, anche perché l’8 ricama gioco come pochi altri in rosa e dovrà trasformar­si presto in una delle fonti primarie di rifornimen­to per Higuain: «Devono imparare a conoscersi a vicenda FANTASIA AL POTERE Jesus Suso, 24 anni, è arrivato al Milan a gennaio 2015 e la cosa richiede del tempo». Un assist farebbe bene alla chimica di coppia, un gol di Suso renderebbe felice il diretto interessat­o e lo stesso Rino: «Mi aspetto che tiri in porta, ha un tiro importante. Deve attaccare la porta un po’ di più, non giocare solo palla al piede, deve entrare in area, lo fa poco. Spero segni, ne ha bisogno, è il primo a soffrirne».

PIEDE GIUSTO Movimenti e astinenza a parte, la stagione di Suso non si è aperta male, anzi, per due volte su tre è stato il migliore dei suoi: a Napoli ha ispirato il gol di Bonaventur­a con un gran cambio di gioco e ha servito a Calabria la palla del momentaneo 2-0, contro Roma e Cagliari ha cercato la porta e fabbricato cross senza fortuna. La chiamata in nazionale, seppur senza minutaggio, ha impreziosi­to l’avvio, a maggior ragione perché arrivata nonostante Jesus fosse ancora all’asciutto. Oggi, in tribuna causa squalifica, ci sarà quel Gian Piero Gasperini grazie al quale la storia italiana del ragazzo di Cadice svoltò ai tempi del Genoa: «Con lui si lavorava tanto, era un perfezioni­sta come Gattuso», ha raccontato Suso. Il Gasp ovviamente si augura che l’appuntamen­to con il gol slitti di un turno. Il popolo del Meazza, dove Jesus in A non segna dal derby di ottobre (a dicembre esultò in Coppa Italia contro il Verona), si aspetta che lo spagnolo aggiri il ritardo come meglio gli riesce: finta a rientrare, mancino e pallone alle spalle di Gollini.

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