LORENZO PIÙ DOVI DOMINIO DUCATI ROSSI A PICCO: 17O
Lorenzo e Dovizioso piegano Marquez Disastro Rossi: 17 o
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RE DEL SABATO Le pole consecutive di Jorge Lorenzo ed è la quarta per la Ducati nelle ultime cinque corse
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DISTACCO
I millesimi che separano Lorenzo e Dovizioso al termine delle qualifiche. Marquez terzo a 79
● Doppietta Ducati con Jorge davanti per la terza volta di fila. Marc: «Sono forti, forse mi basta il podio». Vale bocciato in Q1
«Ma quante sono di fila? Tre, quattro?». La meravigliosa estate della Ducati inizia a creare confusione nei ricordi dei suoi uomini, che tra una vittoria e una pole position incominciano a perdere i conti. Sono tempi di felice abbondanza per Borgo Panigale, che gara dopo gara scopre sempre più di essere il riferimento del Mondiale. La terza pole di fila di Jorge Lorenzo – non ci riusciva dal 2012, 10 invece gli anni per la rossa, dal magnifico settebello di Casey Stoner da Barcellona a Misano 2008 – è la 4ª in 5 gare, considerando quella di Andrea Dovizioso a Brno. Ma avrebbe potuto essere una splendida cinquina, se nel salotto di casa Ducati di Zeltweg lo stesso Dovi non fosse stato beffato per 2 millesimi da Marc Marquez. Qui non gli è andata molto diversamente, tra lui e Jorge appena 14 millesimi dopo un giro pazzesco a fare slalom nel traffico da tangenziale («Un giro strepitoso, fare quel tempo dovendo anche sorpassare Bautista non era facile. È stato bravo e intelligente», lo applaude Gigi Dall’Igna), per una splendida doppietta che rappresenta, per ora, la perfetta sintesi di quella che è la GP18: una moto che nel giorno dell’ennesimo inciampo Yamaha, ribadisce di essere la miglior moto in griglia.
TOCCA A NOI «La Yamaha aveva iniziato forte nel 2017, poi è stata la Honda a sembrare la migliore, ora è il tempo della Ducati», gode Lorenzo. Pronto a mandare in scena contro Dovizioso una battaglia di nervi, velocità e strategia in quella che per la Casa bolognese potrebbe essere un’altra domenica da record: mai, infatti, una Ducati ha vinto 4 gare di fila.
UNO CONTRO TUTTI Ma oltre che ai due galli rossi, la lotta per la vittoria sarà anche affare per Marc Marquez, in pole fino a un soffio dalla bandiera, e poi retrocesso a chiudere la prima fila dopo avere provato, inutilmente, a disturbare il giro di Dovizioso mettendoglisi a ruota per innervosirlo. «Sono il solo che può lottare con loro – riconosce il leader del campionato -. Mi sento più forte che a Misano e proverò a vincere. Ma con quel +67 in classifica, se non ne avrò la possibilità, finirò la gara». Sorride mordendo il freno Marc, perché è da inizio luglio che non vince e se non fosse per gli autogol dei due rivali, oggi la sua situazione in campionato non sarebbe così comoda, accerchiato dalle truppe rosse che qui hanno piazzato direttamente in Q2 anche Danilo Petrucci (7o e preoccupato per il surriscaldamento della gomma posteriore), Alvaro Bautista (8°) e Jack Miller (10°).
DISASTRO Sulla carta le posizioni del podio sarà una cosa tra loro tre, con Petrucci, Cal Crutchlow e Andrea Iannone, disturbato da uno svarione di Marquez che gli ha fatto perdere tanto («Sicuramente ero in prima fila, ma anche la pole… però siamo messi bene, ho un buon ritmo, vediamo il calo della gomma»), a giocarsi le posizioni alle loro spalle. Una lotta che vedrà escluse le Yamaha: Maverick Viñales, entrato in Q2 dalle forche caudine della Q1, scatterà 14°, penalizzato di 3 posti per avere ostacolato Bradley Smith, Valentino Rossi, tra errori suoi e una M1 in crisi misteriosa, addirittura 17°, ma solo grazie alla penalità inflitta a Morbidelli: resta comunque la sua peggiore qualifica sul campo da quando corre in Moto GP: solo ad Assen nel 2006 partì così indietro. Ma quel giorno si qualificò ultimo dopo la caduta in prova che gli aveva lasciato due microfratture al polso destro. Il sabato arrivò comunque 8°. Oggi, qualche punto sarà grasso che cola.