Ecco Belotti&Zaza Finalmente insieme i nuovi gemelli granata
●Mai in campo tutti e due dal 1’: è l’occasione per dimostrare che possono coesistere
Ingabbiare l’estro sarebbe una contraddizione in termini, eppure Walter Mazzarri ha trascorso gli ultimi cinque giorni di allenamenti al Filadelfia cercando perlomeno di disciplinare il talento di due attaccanti che rappresentano il futuro prossimo del Toro ed oggi, per la prima volta, partiranno insieme titolari. Una scelta figlia dell’emergenza: il valore di Zaza, investimento top per la società granata (2 milioni per il prestito oneroso e 12 per il riscatto obbligatorio scattato dopo la prima presenza in campionato con la Spal) non è mai stato in discussione, ma esiste una pregiudiziale per Mazzarri. L’ex Valencia è rientrato in Italia solo alla vigilia dell’inizio del campionato, e per l’allenatore del Toro esistono tempi obbligati prima dell’inserimento dei nuovi. In questo senso, una frase pronunciata ieri dal tecnico granata («non so se lui sia già al top della condizione, ma rimane un elemento importante che sarà utile al Torino») conferma come il suo parere espresso alla vigilia della trasferta di Udine, otto giorni fa, non sia cambiato. Se la situazione lo permettesse, in campo Mazzarri manderebbe solo giocatori che girano a mille, perché contano soltanto i responsi dei test effettuati in allenamento.
RITORNO AL 3-5-2 Non sarà così oggi contro il Napoli, con
● Belotti e Zaza in questo campionato hanno giocato insieme 100 minuti (22’ contro la Spal e 78’ a Udine), ma non sono mai partiti insieme dal 1’ ● I milioni che il Toro pagherà per Zaza, l’investimento di mercato più caro della gestione Cairo: pagato 2 milioni per il prestito più 12 per il riscatto
l’infermeria affollata e, soprattutto, con l’assenza pesantissima dell’insostituibile Iago Falque. Morale: ritorno obbligato al 3-5-2. Dopo quattro partite, Zaza e Belotti hanno giocato insieme (recuperi compresi) solo cento minuti esatti: 22’ con la Spal e 78’ a Udine. L’intesa – eccellente fuori dal campo – si sta affinando, ma Mazzarri vuole che davanti alla porta nulla sia affidato al caso. Ecco perché negli ultimi giorni al Filadelfia ha provato a sfruttare la fisicità di Zaza in una posizione che gli permetta all’occorrenza di fare un lavoro di raccordo fra la mediana e l’attacco, con il Gallo pronto ad aggredire lo spazio e ad infilarsi fra le linee della difesa avversaria, secondo un canovaccio provato all’infinito (per Belotti) sin dalle amichevole estive.
LAVORI IN CORSO «Siamo work in progress», dice Mazzarri sottintendendo un Toro alla ricerca di nuovi automatismi ed equilibri. «Abbiamo provato diverse soluzioni», butta lì l’allenatore granata, anche se in realtà non sembrano esistere dubbi. «Simone sta acquisendo ritmo e condizione. L’avevo sperimentato anche nel 3-4-3 al posto di Iago», ma l’indisponibilità di Soriano (che oggi partirà dalla panchina) in un ipotetico tridente offensivo ha costretto a rivedere i piani. «Lui è un giocatore tecnico – spiega l’allenatore - ma mi sarebbe piaciuto fare certe valutazioni su di lui nelle amichevoli. A volte la sensazione non basta, serve una verifica, ed occorrerebbero più test possibili. Quando sarà al massimo, però, potrà però giocare in vari ruoli». Una coppia comunque unica, Mazzarri lo riconosce: «Ho allenato parecchi campioni in passato, ma non riesco a fare raffronti. Cavani e Lavezzi, ad esempio, erano molto diversi da loro».
100
14