La Gazzetta dello Sport

Quando i campioni corrono verso un sogno: da Weah a Maradona e Bale, che meraviglie

- INVIATO A PARMA a.s.

Non c’è niente di più bello che correre verso un sogno e vedere che si realizza, il portiere sdraiato per terra, gli avversari che si disperano e il pallone che entra in rete alla fine di una volata che ai più sembra una pazzia. Ne sa qualcosa Gervinho che ieri al Tardini si è preso il palcosceni­co, ma prima di lui è lunga la lista di coloro che, al termine di una folle corsa, si sono guadagnati la gloria.

BIRILLI Negli occhi, anche se sono passati 22 anni, la gente ha ancora il coast-to-coast di George Weah. Era l’8 settembre 1996, Milan-Verona. L’attaccante prese il pallone nella sua area di rigore e lo condusse, saltando come birilli gli ostacoli che gli si frapponeva­no, fino alla porta nemica. Un gol meraviglio­so, la gente di San Siro faticò a rendersi conto della prodezza, e tra il momento in cui il pallone varcò la linea bianca e quello in cui scoppiò il boato di esultanza passarono diversi istanti: il tempo di percepire la bellezza e farsene inondare. Qualche anno prima, era un autunno gelido, era toccato a Nicola Berti scaldare la folla. Il 23 novembre 1988, a Monaco di Baviera, in una sfida di Coppa Uefa, Nicolino cavalcò che pareva Ribot dalla sua metà campo a quella del Bayern e non si fece spaventare dalle facce truci dei tedesconi che lo guardavano stupiti. Quella rete fu il marchio di fabbrica di una squadra, l’Inter di Trapattoni, che viveva di difesa e contropied­e. E pazienza se al ritorno il Bayern ribaltò il risultato: la galoppata di Berti non la cancellerà mai nessuno. Come nessuno potrà dimenticar­e la volata di Gareth Bale, nella finale di Coppa del Re del 2014. Sulle ali del gallese il Real di Ancelotti schiantò il Barça.

ATTIMO Il massimo, però, lo regalò Diego Armando Maradona: 22 giugno 1986, ArgentinaI­nghilterra. Poco prima aveva segnato di mano e, forse consapevol­e di quel gesto antisporti­vo, per farsi perdonare il Pibe de Oro concepì un’azione che nemmeno Michelange­lo avrebbe saputo dipingere meglio: 60 metri palla al piede, 6 avversari dribblati più il portiere Shilton. Il tutto in soli dieci secondi. E’ proprio vero che la bellezza è un attimo che vola via.

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● 1 Berti in fuga contro il Bayern nel 1988 ● 2 Weah in fondo alla sua lunga cavalcata contro il Verona ● 3 L’epico gol di Maradona nel 1986
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