«Tornare in Italia e vincere, una favola»
●●ervinho, ivoriano giramondo, è il nuovo idolo dei tifosi. L’abbraccio a D’Aversa: «Tutti mi fanno sentire un re»
Gira per la città con alcuni amici, molto simili a lui, a Parma ha già trovato casa, sorride sempre a tutti e scherza con tutti. L’abbigliamento è casual, basta che non manchi il cappellino che porta sempre in testa. Il cibo italiano lo fa impazzire. Che il tipo sia particolare è noto. Si è visto quando Gervinho furoreggiava a Roma, la capitale dove giocò tre campionati prima di andare a prendere i soldoni dei cinesi. Fu Rudi Garcia, che l’ivoriano ha sempre definito «un padre» a esaltarne le qualità. Corsa verso l’infinito sulla fascia destra, grossi problemi per gli avversari, sgommate e anche gol. In giallorosso al primo anno, torneo 2013-2014, ne fece 9 in 33 partite. Poi scese a 2 e risalì a 6 nell’ultima stagione in cui giocò in campionato 14 volte. Tutto ciò prima di finire all’Hebei dove, però, Gervinho si è un po’ rilassato.
RITORNO Voleva far capire che era ancora un giocatore di calcio, uno di cui fidarsi. E l’Italia gli mancava. Era rimasto tifoso della Roma e grande ammiratore di Francesco Totti: «Nessuno sa metterti in porta come lui. Uno dei migliori calciatori degli ultimi 30 anni», sussurrò alla Gazzetta prima di una sfida tra Roma e Milan dove ora gioca il suo amico Kessie. Ieri Gervinho ha deciso di riprendersi la scena. Lo ha fatto alla sua maniera con un «coast to coast» degno di un grande cestista. Solo che l’ivoriano si è fatto 82 metri di campo evitando la scivolata dello specialista Barella, bevendosi il greco Lykogiannis e facendosi beffe pure dell’estone Klavan. «Lo sapevamo che lui era il pericolo, andava davvero forte, e noi abbiamo sofferto le ripartenze», ha detto il tecnico del Cagliari Rolando Maran a fine partita. Quello del Parma, Roberto ● i gol di Gervinho con la Costa d’Avorio di cui è il capitano. L’attaccante ha collezionato finora 84 presenze in nazionale D’Aversa, che, caratterialmente, è l’opposto di Gervinho, ha spiegato un po’ come i due possano coesistere. «E’ un tipo dal carattere particolare ha precisato l’allenatore -, ma fa la differenza, come Inglese. Noi cerchiamo di supportarli». Quel Gervinho che, quando gli gira, si trasferisce da destra a sinistra, dove può giocare a piede invertito, sorprendendo spesso gli avversari: «Gli piace svariare, glielo consentiamo, lui non vuol dare punti di riferimento». Neppure nello spogliatoio, probabilmente: «Un tipo particolare, parla un po’ di inglese, un po’ di francese, ma è innanzitutto un campione che tratta gli avversari come birilli», ha aggiunto il centrocampista Nicola Rigoni, estasiato dalla prodezza dell’ivoriano. FELICE Gervinho, il giramondo, è il più felice di tutti e ieri sera ha festeggiato il suo capolavoro e la vittoria con i suoi compagni di merende. Prima si è concesso a Sky Sport: «Non so se è il più bel gol che ho fatto, ne ho fatti tanti in carriera. Non mi sento uomo squadra, lavoriamo tutti insieme per un obiettivo comune ed è importante vincere. Ma sono contento di essere a Parma e di essere tornato in Italia. Sono stato accolto benissimo dai tifosi. E anche dal tecnico». Ieri, quando D’Aversa gli ha concesso la standing ovation del Tardini, tecnico e giocatore si sono abbracciati. Poi, nel finale, è partita la hit di Vasco Rossi: «Io e te, io e te, come nelle favole». Già, una favola.
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