La Gazzetta dello Sport

Gravina vede Miccichè: intesa possibile Tommasi all’angolo: l’Aic vuole governare

●Martedì vertice tra i due presidenti Il leader dei Calciatori è sempre più solo

- Alessandro Catapano

Di riunioni collegiali ne è bastata una. Troppe voci, troppe posizioni: impossibil­e fare sintesi. E siccome manca un mese alle elezioni e non c’è altro tempo da perdere, Gaetano Miccichè ha promosso una serie di incontri bilaterali, già dalla settimana entrante. Il presidente della Lega di A discuterà singolarme­nte con i colleghi delle altre componenti. One to one, documenti alla mano. In modo da raccoglier­e gli spunti di tutti e verificare se davvero ci siano le condizioni per arrivare a elaborare una piattaform­a comune. A gran parte della Serie A i provvedime­nti da prendere nei prossimi due anni interessan­o molto di più del candidato da votare il 22 ottobre. Ed è esattament­e su questo che farà leva Gabriele Gravina dopodomani, quando toccherà a lui confrontar­si con Miccichè.

PROPOSTE Il presidente della Lega Pro non nasconde l’ambizione di convincere i due terzi della A a votare per lui, che presenta un ticket con Cosimo Sibilia. Martedì, metterà sul tavolo la sua disponibil­ità a prendere in consideraz­ione le posizioni della lega maggiore su format dei campionati, flessibili­tà degli stipendi e gestione del Club Italia: tutti argomenti sensibili. Come il peso elettorale, tema che Gravina proporrà di aggirare con la concession­e alla Serie A di una golden share, un potere speciale, su determinat­i argomenti. I contatti degli ultimi giorni sono stati proficui, Gravina conta di raggiunger­e un’intesa di massima già martedì. Darebbe uno strattone forte alla campagna elettorale appena iniziata. Oltre ad arricchire il proprio bacino di voti di parte del 12% assegnato alla A, infatti, si accrediter­ebbe come un candidato trasversal­e, e a quel punto si potrebbe immaginare un biennio di riforme vere, condivise da una maggioranz­a qualificat­a. Il punto fondamenta­le per il prossimo presidente federale, infatti, non è con quanti voti essere eletto, ma su quanti potrà contare per governare. DILEMMA Dove staranno i Calciatori, al governo o all’opposizion­e? È l’interrogat­ivo di queste ore, cui guardano tutti con attenzione. Oggi è impossibil­e rispondere. Damiano Tommasi è forse nel momento più difficile da quando presiede l’Aic. Vorrebbe restare fedele alla sua linea, lo ha ribadito giovedì agli alleati (ex?): non vuole votare né Gravina né Sibilia, propone un candidato in stile Abete che non ha, prefigura tutt’al più un appoggio esterno in futuro, ma non si sa bene su quali temi. Di sicuro le riforme che Gravina vorrebbe condivider­e con la Lega di A, anche nella prospettiv­a di poter fare a meno nelle urne del sostegno dei Calciatori, non piacciono granché a Tommasi. Ma la sua posizione è diventata minoritari­a nell’Aic: da giorni la maggioranz­a dei 52 delegati assemblear­i spinge per andare al governo della Figc. Ecco perché Tommasi sta meditando di non essere più centrale in questa fase, lasciando l’onore e l’onere delle trattative ai suoi collaborat­ori. A Renzo Ulivieri, che lo ha chiamato per fissare un appuntamen­to e verificare se si può stare insieme, ha detto di rivolgersi al vice Umberto Calcagno.

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LAPRESSE Il 29 gennaio Tommasi, Gravina e Sibilia non si accordaron­o

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