La Gazzetta dello Sport

LE ROSSE CHE TENGONO VIVO IL MONDIALE E LA PAZIENZA DI VALE

Il Gran Premio di MotoGP di Aragon

- L’ANALISI di ANDREA CREMONESI email: acremonesi@gazzetta.it

L’uno-due della Ducati in qualifica, ingigantit­o dal fatto che si corre ad Alcaniz, terreno di caccia di Marc Marquez (tre successi), ci fa sperare che la lunga estate rossa (tre vittorie di fila) possa continuare anche in questo principio d’autunno con un benefico effetto su un Mondiale altrimenti privo interesse. Gara dopo gara appare sempre più ovvio il sorpasso di Ducati su Honda, anche se per Marc è più facile vincerlo che perderlo questo titolo. Ma l’ennesima super prestazion­e di Jorge Lorenzo, terza pole consecutiv­a, e Andrea Dovizioso viene in qualche modo oscurata dalla preoccupaz­ione legata al sabato nero di Valentino Rossi, costretto ad assistere dai box alla lotta per la pole dopo essere sprofondat­o in Q1 e, cosa più grave, senza riuscire a imitare il compagno Viñales che pure in Q2 è entrato. È che stavolta, oltre alla M1, afflitta da problemi cronici che i tecnici non sanno come risolvere, è mancato pure Vale. Prima crepa o solo un «malessere» di passaggio? Spieghiamo: Rossi, oltre ad essere «IL» campione è un vero «innamorato» della moto, altrimenti non si spieghereb­be perché a 39 anni abbia ancora voglia di fare a carenate con piloti che hanno 10-15 anni meno di lui e rischiare così ogni due settimane di farsi male, anziché pensare a mettere su famiglia, preferendo la comoda seggiola del muretto box alla sella; ma anche l’amore appassisce se non è adeguatame­nte corrispost­o. L’esempio è Fernando Alonso, solo 2 anni più giovane di Valentino: l’ex ferrarista, stanco di vestire i panni del comprimari­o nella logorante attesa di avere finalmente una McLaren all’altezza del suo nome, ha detto basta. E a fine anno lascerà i GP. Quanta pazienza avrà ancora il Dottore?

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