Spalletti Last minute
Da Vecino a Brozo il dolce alla fine L’Inter è un killer che usa la testa ●Dall’esempio negativo col Parma alla scelta di Borja: così nascono le vittorie al fotofinish
Last but not least, l’Inter. E Luciano Spalletti, l’uomo che allunga le giornate e le partite, l’ora legale fissa al polsino perché val la pena gustarsi tutto fino alla fine. Presente quando il protagonista della nostra storia si imbufaliva – storia della scorsa settimana, post sconfitta con il Parma – più per la lucidità smarrita dopo il gol di Dimarco che per i primi 70 minuti? Ecco, se cercavate un senso a quelle dichiarazioni, potete trovarlo in Tottenham e Sampdoria: non è un caso che le due vittorie in volata siano arrivate dopo la ramanzina dell’allenatore ai suoi giocatori per il finale mal gestito col Parma.
DOMANI 450 IN A Ultimi due esempi della specialità della casa, ma l’elenco è lungo e assai poco dimenticabile. Consiglio a tifosi e/o semplici appassionati: non lasciate lo stadio prima del fischio finale, pazienza se troverete un po’ di traffico. Brozovic con la Samp e Vecino con il Tottenham vengono dopo il Vecino-gol da Champions all’Olimpico, e almeno altre quattro partite che l’Inter di Spalletti ha girato a suo favore nello scorso campionato, leggi la trasferta di Crotone, la partita interna con il Genoa, il derby d’andata firmato da Icardi, il pareggio (ancora di Vecino) con la Roma a San Siro. E nel curriculum di Luciano c’è anche un’altra volata al fotofinish, il secondo posto 2016-17 centrato con la Roma all’ultimo secondo dell’ultima giornata, con il gol di Perotti a beffare il Genoa e soprattutto il Napoli. Quello Spalletti domani con la Fiorentina festeggia le 450 panchine in Serie A. E che, per restare in tema di memorabilia, l’anno prima contro il Torino s’era servito delle prodezze di Totti in una gara ribaltata senza una vera logica calcistica.
LA LEGGE E invece una logica c’è, a cercarla per bene. Spalletti ama chiedere ai propri giocatori di non trascurare mai l’aspetto tattico pur dentro finali arrembanti, pur dentro una carica agonistica che il tecnico richiede con forza alle sue squadre. «Voglio che la mia squadra abbia sempre come riferimento il sistema di gioco, l’idea su cui abbiamo lavorato per vincere la partita», ha raccontato Spalletti giorni fa. Cuore e cervello, in fondo la sintesi del mondo perfetto di qualsiasi allenatore di
qualsiasi sport. Ma che Spalletti ne faccia una legge lo dimostrano anche le ultime due sostituzioni effettuate contro Tottenham e Sampdoria. In campo, per gli ultimi giri di valzer, in nessuno dei due casi è stato scelto un assaltatore, una torre, un altro attaccante. Per dire: a Marassi sarebbe potuto entrare Lautaro Martinez, la logica avrebbe suggerito quello. L’ingresso di Borja Valero è invece il segnale opposto. È la scelta di uomo che sa come gestire gli ultimi possessi, come fosse una partita di basket da vincere sulla sirena: metto un play, non un pivot. Della serie: la testa prima di tutto, prima pure delle gambe. Ecco perché lo spagnolo è molto più che un amuleto per l’Inter, ma una risorsa da sfruttare quando i ritmi di gioco calano.
CONDIZIONE Ma le vittorie con Tottenham e Sampdoria sono anche altro. Sono il sintomo di una condizione fisica in netta crescita rispetto alle prime uscite. Era un difetto concreto e visibile, specie in alcuni elementi. Non è un discorso generale, ma le gambe di Brozovic e Perisic, ad esempio, cominciano a girare meglio. Il prossimo chiamato a dare segnali di crescita sul piano fisico è Nainggolan, ancora lontano dalla migliore condizione. Ecco, lui sì l’esempio perfetto di assaltatore ragionato. Certo, non ci sarà sempre bisogno di rimontare, fosse così bisognerebbe dar ragione a Borja Valero quando dice che questa è «un’Inter da infarto». Ma avere le idee chiare nella gestione dei momenti caldi è un’arma in più per la stagione. Portate pazienza: l’Inter e Spalletti se la prendono comoda, ma poi (spesso) la risolvono.
I MOTIVI
Il tecnico (domani 450 in A) chiede ai suoi rigidità tattica anche negli assalti
La condizione fisica di alcuni elementi è in crescita. E manca ancora Nainggolan