La Gazzetta dello Sport

La scommessa di Rodrigo: «Ora aspetto la nazionale...»

●Il nuovo ambizioso traguardo di De Paul: essere convocato con l’Argentina. Già 4 gol in 5 gare: «La squadra si fida di me»

- Alessandro De Pietro VERONA

Un lampo autentico. Di talento, di forza, di istinto. Il quarto di Rodrigo De Paul, uno dietro l’altro. Capace di accendere la luce e di correre come il più umile dei mediani, davanti al Chievo chiamato a stringere su Radovanovi­c e a riempire la partita non soltanto con la sua classe. Nel bolide che ha acceso il Bentegodi c’è stata anche tanta logica improvvisa­zione. E a bocce ferme c’è spazio anche per altro. Per tre punti dal gusto parecchio dolce e per un sogno che ora non vede più così irrealizza­bile. Quello in fondo di tutti gli argentini. «So che è difficile arrivare in Nazionale, so che di giocatori di qualità ce ne sono tanti. Io devo solo continuare così, aspettando la chiamata. Fiducioso che arrivi», il nuovo ambizioso traguardo di De Paul, perfetto nel calcio essenziale della nuova Udinese. Delizioso architetto ma anche operaio che le mani se le sporca anche volentieri. Tutto per il bene comune.

CHE INIZIO La quarta perla di un incantevol­e avvio di stagione è l’immagine del suo momento. Sicuro, consapevol­e, determinat­o, sfrontato il giusto. «Quando sei vicino alla porta devi decidere in un secondo, cercando di fare la scelta migliore. Sono felice per il gol e per la vittoria davvero importante. La squadra si fida di me, lo sento», la percezione anche facile di De Paul, sempre più leader non solo per i guizzi a Parma, Sampdoria, Torino e Chievo. Non solo perché la palla va quasi naturalmen­te verso di lui. Ha già eguagliato dopo appena cinque partite il fatturato dell’anno scorso. Non male. Con la pennellata dell’artista ma anche col contachilo­metri che viaggia sempre parecchio veloce. Sulla fascia e in mezzo al traffico della mediana. Tutti dietro la linea della palla, poi tocca soprattutt­o a lui cambiare passo. «Tutti attacchiam­o e tutti difendiamo. Si è visto anche contro il Chievo, è difficile farci gol. Non guardate solo me o gli attaccanti che ripiegano. Guardate anche i difensori, per esempio Samir, che salgono spesso e volentieri. Noi siamo così, un segnale chiaro che ci ha dato il nostro allenatore appena arrivato», il quadro di De Paul, protagonis­ta anche invisibile della contesa col Chievo. Con una palla rubata, una corsa all’indietro, un contrasto vinto. Testa e gambe, più tanto cuore. Corre veloce De Paul, sempre di più. Anche verso la Lazio. «Dobbiamo continuare così, adesso pensiamo soprattutt­o a recuperare energie perché mercoledì sarà come una finale», l’etichetta di De Paul ad un’altra serata dalle tante verità. Sul peso specifico dell’Udinese e sui suoi confini. Ancora sconosciut­i, soprattutt­o per lui.

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GETTY Rodrigo De Paul, 24 anni

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