Un ca M pione ARQUEZ
Dovizioso battuto con la forza E il Mondiale ora è a un passo
fenomeno spagnolo piega le due Ducati (con Lorenzo che cade subito e poi lo accusa) e trionfa in casa: adesso viaggia a +72. Iannone 3° protagonista con la Suzuki, Rossi 8° dopo la solita fatica
Battaglia dove essere e battaglia è stata. Anche se non quella attesa: perché i Magnifici Tre, dominatori delle prove, sono diventati due dopo un centinaio di metri, quando Jorge Lorenzo, partito non benissimo, è decollato in aria nel tentativo di incrociare alle spalle della Honda di Marc Marquez, che arrivato a sua volta lungo e alla garibaldina alla prima curva lo aveva portato fuori traiettoria. Gran volo e atterraggio pesante sull’asfalto, che ha lasciato in eredità a Jorge una minifrattura al piede destro, ma soprattutto tanta rabbia verso Marc. Se pensiamo che tra due mesi i due saranno compagni in Honda, come inizio non c’è male.
SORPASSI Orfana troppo presto dell’autore della pole, la corsa non lo è stata per quanto riguarda le emozioni, con un duello di grande intensità tra Andrea Dovizioso e Marquez 15 i sorpassi alla fine dei 23 giri tra i due – che ha mantenuto in bilico il risultato fino a 2 giri dal termine, quando il leader iridato ha creato un gap minimo per garantirsi la sesta vittoria dell’anno. «La nostra è stata una lotta strana, tra due moto opposte, due piloti dallo stile differente e gomme diverse, io con la dura, lui con la morbida – è l’analisi di Dovizioso -. La sua calava tantissimo a destra, la mia a sinistra. Io ci ho anche provato ad andare via, alla fine immaginavo potesse perdere più terreno, invece ha fatto due grandi giri».
DISCUSSIONE A secco di vittorie dal GP di Germania, Marquez non voleva farsi scappare l’occasione qui a casa sua, dove in MotoGP ogni volta che non è caduto ha vinto. Copione rispettato, dopo quella che racconta essere stata una «discussione enorme» prima del via con i tecnici giapponesi. Quando, reduce dalla caduta nel warm up, ha deciso di puntare sulla gomma morbida. «Loro non volevano, ma io ho deciso di prendere il rischio: avessi scelto anch’io la dura, avrebbe vinto Dovi, che era il più forte. È stata la mossa vincente».
SBUCA IANNONE Per 12 giri Dovi ha guidato il trenino al quale, oltre a Marquez, si erano aggregate le Suzuki di Andrea Iannone e Alex Rins, «ma quando ho visto che la sua moto iniziava a scivolare ho deciso di attaccare ed è iniziata una gran lotta» racconta Marc. Che ogni volta che passava la GP18, in poche curve veniva ricacciato indietro. Il ritmo lento ha permesso il rientro di Iannone, SEI TITOLI IRIDATI VICE CAMPIONE 2017 uno che non si sottrae alla bagarre. Così, quando a metà del 19° giro Marquez alla curva 12 ha tentato l’ennesimo assalto e Dovizioso alla 14 gli ha reso pan per focaccia portandolo largo con un lieve contatto, Iannone ha cercato il sorpasso capolavoro: lui all’esterno, Dovizioso all’interno e Marquez nel sandwich italiano. Ma sul rettilineo infinito verso l’ultima curva la Suzuki è stata letteralmente risucchiata, per un 3° posto che vale comunque oro per l’abruzzese. Che nel 2019 guiderà un’Aprilia, che con Aleix Espargaro 6° ha replicato il miglior risultato di sempre.
SBAGLIO SE CREDO CHE SIA FATTA: NON RIPETERÒ GLI ERRORI DEL 2014
MARC MARQUEZ
HO MESSO IN CRISI MARC, UN SEGNALE PIÙ IMPORTANTE ANCHE DI MISANO
CONFERMA Dovi ha provato altre due volte a difendersi, finché Marquez ha aperto il piccolo ma incolmabile gap. «Dopo le ultime 3 vittorie avevamo creato tali aspettative che sembrava dovessimo venire qui e dominare – riprende Dovizioso -. In realtà, chi ha sempre dominato qui è stato Marc. Sapevo che saremmo stati competitivi, ma non pensavo di poterlo mettere in crisi. Invece l’ho fatto, anche se nel finale non avevo armi per combattere: con la Ducati non possiamo lottare
ANDREA DOVIZIOSO
nello stretto, andare lunghi, rialzare la moto e accelerare. Per fare qualcosa di diverso avrei potuto essere aggressivo buttando fuori i miei avversari. Non è il mio stile. Ma questo weekend è stato più importante di Misano, conferma il miglioramento e ci farà fare un altro passo avanti nel futuro».
RESA Già, ormai si guarda già al 2019: a 5 gare dalla fine Marquez vanta 72 punti di vantaggio. «Impossibile recuperarne tanti. Solo se non corresse le prossime tre gare, e non sarebbe comunque semplice. Non è realistico» si arrende Dovi. Marquez lo guarda e ride: «In realtà ho iniziato a pensarci, ma credere che sia fatta sarebbe un errore. L’ho commesso nel 2014: feci due cadute di fila e riaprii il Mondiale. Non succederà di nuovo».