La Gazzetta dello Sport

«Un precedente difficile da gestire» L’Inter fa ricorso

●Una giornata di squalifica per l’esultanza: oggi alle 12 il club saprà se potrà riaverlo in panchina

- Davide Stoppini INVIATO AD APPIANO GENTILE (CO)

Che poi dare del «polemico» a un toscano è quasi fargli un compliment­o. Ma qui in realtà suona come in quel film, la cena delle beffe. Luciano Spalletti apprende della squalifica quando l’allenament­o ad Appiano è da poco terminato e sta per iniziare la conferenza stampa. Che infatti parte in ritardo, giusto il tempo di concordare una strategia comunicati­va con la società: no comment, quello è il mandato. Ma il sangue bolle, e allora Spalletti il messaggio lo manda, usando i toni giusti: «Bandone chiuso, su questo argomento – attacca il tecnico –, dico solo che mi dispiace che accadano queste cose. Qualche volta vado al di là del consentito, sono emotivo, a volte riesco a stare zitto nelle cose più clamorose, a volte non ce la faccio nelle cose più piccole. Ma in questo caso qui... sugli episodi della Var non mi sono neanche girato perché non riesco a vedere quello che vedono loro. Il gol era importante e ho avuto questa reazione. Così si crea un precedente difficile da gestire in futuro».

IL RICORSO Precedente che l’Inter s’è messa in testa di cancellare, ecco perché è stato presentato ricorso d’urgenza contro la squalifica. Nel dispositiv­o del giudice sportivo si parla di «atteggiame­nto polemico» assunto da Spalletti in occasione del gol. Ed è intorno a questo che verte il reclamo, che sarà discusso oggi alle 12. L’Inter spera di annullare in extremis lo stop, secondo il club la sanzione si fonderebbe su un’interpreta­zione di un’esultanza, non su un qualcosa di concreto. E se si resta nel campo delle interpreta­zioni – sostiene l’Inter – in linea teorica in ogni partita potrebbero essere squalifica­ti chissà quanti protagonis­ti. Il ricorso è stato curato dall’avvocato Angelo Capellini: in caso di vittoria Spalletti si gusterà la partita numero 450 dalla panchina, altrimenti per lui è pronto uno degli Sky Box di San Siro.

IN CRESCITA Poco sposta, in ogni caso, sul piano della preparazio­ne della partita. Il momento è importante, alla rifinitura era presente anche Steven Zhang, che poi si è fermato a parlare con lo stesso Spalletti, reduce dal blitz a Roma per i funerali del massaggiat­ore Giorgio Rossi, del quale il tecnico ricorda: «Massaggiav­a anche il cuore». L’Inter è on fire, dopo le vittorie con Tottenham e Samp. «Sappiamo di aver perso punti in precedenza, i giocatori ne sono consapevol­i. Abbiamo fatto passi in avanti notevoli sul piano della continuità e del carattere. Ma ora non bisogna accontenta­rsi. C’è una classifica da mettere a posto, dobbiamo pretendere di più, andare forte, perché abbiamo necessità di fare altri punti».

SCALINO SAN SIRO Il problema è quel monello di Federico Chiesa, di cui Spalletti dice: «È uno che spacca le partite con i suoi uno contro uno. Ma l’Inter è forte e anche stavolta riempiremo San Siro». Certo, poi bisognerà pur vincerla una partita in casa in campionato: non accade da aprile, da allora tre sconfitte e un pareggio. «È la Scala del calcio, può capitare che si inciampi all’ultimo scalino, che si crei un po’ d’ansia. E invece dev’essere uno stimolo». Stimolo pure per Mauro Icardi, ancora a secco in campionato: «Dite che tocca pochi palloni, ma sono gli stessi di un anno fa, quando segnava eccome. E allora non rovini questa media, pochi tocchi e tanti gol. E poi sarebbe curioso capire quanti palloni in più ne fa prendere ai compagni, liberi da marcature perché i difensori sono tutti intorno a Mauro». Di Brozovic invece Spalletti spiega: «Spenda meno energie nella corsa, così da essere più preciso». E infine su Borja Valero: «Antepone il bene della squadra al personale. Quanta più mentalità alla Borja avremo in squadra, tanto più saremo forti». E non a caso sta pensando seriamente di far partire lo spagnolo dall’inizio.

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