«Un precedente difficile da gestire» L’Inter fa ricorso
●Una giornata di squalifica per l’esultanza: oggi alle 12 il club saprà se potrà riaverlo in panchina
Che poi dare del «polemico» a un toscano è quasi fargli un complimento. Ma qui in realtà suona come in quel film, la cena delle beffe. Luciano Spalletti apprende della squalifica quando l’allenamento ad Appiano è da poco terminato e sta per iniziare la conferenza stampa. Che infatti parte in ritardo, giusto il tempo di concordare una strategia comunicativa con la società: no comment, quello è il mandato. Ma il sangue bolle, e allora Spalletti il messaggio lo manda, usando i toni giusti: «Bandone chiuso, su questo argomento – attacca il tecnico –, dico solo che mi dispiace che accadano queste cose. Qualche volta vado al di là del consentito, sono emotivo, a volte riesco a stare zitto nelle cose più clamorose, a volte non ce la faccio nelle cose più piccole. Ma in questo caso qui... sugli episodi della Var non mi sono neanche girato perché non riesco a vedere quello che vedono loro. Il gol era importante e ho avuto questa reazione. Così si crea un precedente difficile da gestire in futuro».
IL RICORSO Precedente che l’Inter s’è messa in testa di cancellare, ecco perché è stato presentato ricorso d’urgenza contro la squalifica. Nel dispositivo del giudice sportivo si parla di «atteggiamento polemico» assunto da Spalletti in occasione del gol. Ed è intorno a questo che verte il reclamo, che sarà discusso oggi alle 12. L’Inter spera di annullare in extremis lo stop, secondo il club la sanzione si fonderebbe su un’interpretazione di un’esultanza, non su un qualcosa di concreto. E se si resta nel campo delle interpretazioni – sostiene l’Inter – in linea teorica in ogni partita potrebbero essere squalificati chissà quanti protagonisti. Il ricorso è stato curato dall’avvocato Angelo Capellini: in caso di vittoria Spalletti si gusterà la partita numero 450 dalla panchina, altrimenti per lui è pronto uno degli Sky Box di San Siro.
IN CRESCITA Poco sposta, in ogni caso, sul piano della preparazione della partita. Il momento è importante, alla rifinitura era presente anche Steven Zhang, che poi si è fermato a parlare con lo stesso Spalletti, reduce dal blitz a Roma per i funerali del massaggiatore Giorgio Rossi, del quale il tecnico ricorda: «Massaggiava anche il cuore». L’Inter è on fire, dopo le vittorie con Tottenham e Samp. «Sappiamo di aver perso punti in precedenza, i giocatori ne sono consapevoli. Abbiamo fatto passi in avanti notevoli sul piano della continuità e del carattere. Ma ora non bisogna accontentarsi. C’è una classifica da mettere a posto, dobbiamo pretendere di più, andare forte, perché abbiamo necessità di fare altri punti».
SCALINO SAN SIRO Il problema è quel monello di Federico Chiesa, di cui Spalletti dice: «È uno che spacca le partite con i suoi uno contro uno. Ma l’Inter è forte e anche stavolta riempiremo San Siro». Certo, poi bisognerà pur vincerla una partita in casa in campionato: non accade da aprile, da allora tre sconfitte e un pareggio. «È la Scala del calcio, può capitare che si inciampi all’ultimo scalino, che si crei un po’ d’ansia. E invece dev’essere uno stimolo». Stimolo pure per Mauro Icardi, ancora a secco in campionato: «Dite che tocca pochi palloni, ma sono gli stessi di un anno fa, quando segnava eccome. E allora non rovini questa media, pochi tocchi e tanti gol. E poi sarebbe curioso capire quanti palloni in più ne fa prendere ai compagni, liberi da marcature perché i difensori sono tutti intorno a Mauro». Di Brozovic invece Spalletti spiega: «Spenda meno energie nella corsa, così da essere più preciso». E infine su Borja Valero: «Antepone il bene della squadra al personale. Quanta più mentalità alla Borja avremo in squadra, tanto più saremo forti». E non a caso sta pensando seriamente di far partire lo spagnolo dall’inizio.