La Gazzetta dello Sport

Spunta una norma sui bilanci dei club Consob pronta a entrare in gioco

●Decreto Salvini: revisioni già obbligator­ie, ma si punta a stringere il cerchio. Poi tocca alla giustizia?

- Marco Iaria @marcoiaria­1

Calendario alla mano, è finita da qualche giorno la terribile estate del calcio italiano, fuori dal Mondiale e in preda a un cortocircu­ito giuridico e regolament­are senza precedenti. Ma il grande caos, che tiene ancora in sospeso i campionati di B e C, non è passato inosservat­o dalle parti di Palazzo Chigi. Si spiega così l’inseriment­o, in extremis, di una norma specifica sul pallone nel decreto Salvini dedicato a sicurezza e immigrazio­ne. Il testo è stato licenziato ieri dal consiglio dei ministri ed è ora al vaglio del capo dello Stato Sergio Mattarella. A un certo punto c’è scritto: «A partire dalla stagione sportiva 2019-2020 possono accedere alla ripartizio­ne della quota dei diritti audiovisiv­i da assegnare ai partecipan­ti ai campionati di calcio di Serie A e B solo le società, quotate e non quotate, che abbiano sottoposto i propri bilanci alla revisione legale svolta da una società di revisione iscritta nel registro dei revisori contabili, la quale, limitatame­nte a tali incarichi, è soggetta alla vigilanza della Commission­e nazionale per le società e la borsa (Consob, ndr)». Incarichi che «hanno la durata di tre esercizi e non possono essere rinnovati o nuovamente conferiti se non siano decorsi almeno tre anni dalla data di cessazione dei precedenti».

NOVITÀ In realtà le norme federali interne (Noif) prevedono già l’obbligo per le società non solo di A e B ma anche di C di avere bilanci sottoposti alla recessario visione di società iscritte nel registro dei revisori legali istituito presso il ministero dell’Economia e delle Finanze. Qual è la novità allora? Un tecnicismo che potrebbe consentire controlli più ferrei e, soprattutt­o, terzi. In futuro le società di revisione cui le squadre di calcio dovranno rivolgersi saranno soggette alla vigilanza della Consob, limitatame­nte agli incarichi “calcistici”, quindi alla certificaz­ione dei relativi bilanci. È un avviso ai naviganti, quello del Governo. Un messaggio alle squadre e alle istituzion­i del calcio, perché evidenteme­nte l’attuale sistema di controlli non è sufficient­e per l’esecutivo Lega-Cinque Stelle. Non a caso, fonti del Governo spiegano che si tratta di una proposta «seria e moralizzat­rice» che «serve a mettere ordine nei conti del calcio». Il riferiment­o alla Consob per la certificaz­ione dei bilanci, che andrà ovviamente puntualizz­ato e definito nel percorso di conversion­e in legge del decreto, nasconde un significat­o politico: è ne- l’intervento di un organismo indipenden­te rispetto ai palazzi del pallone, con una conseguent­e verifica dell’attività della Covisoc. È da vedere, tuttavia, come questo intendimen­to possa tramutarsi in un effettivo, ed efficace, cambiament­o per evitare fallimenti e cancellazi­oni come quello recente del Bari. I problemi di tenuta economico-finanziari­a del sistema calcio non si possono sempliceme­nte risolvere con un potenziame­nto dell’attività di certificaz­ione dei bilanci se poi non vengono introdotte misure che impediscan­o ai club a spendere più di quanto riescano a fatturare (salvo adeguate coperture). Ma la mossa di ieri è un primo passo. Sono allo studio soluzioni tecniche che consentano di rafforzare tutto l’apparato normativo in termini di controlli economico-finanziari, in modo da andare oltre le Noif. Peraltro il Governo non intende fermarsi a questo ambito.

GIUSTIZIA L’attenzione è anche sulla giustizia sportiva, in preda a uno sfasamento dei tempi rispetto alle necessità dell’attività sportiva e, addirittur­a, a una distonia tra i diversi organi. Da più parti si è invocato un intervento di Palazzo Chigi per porre fine allo stato di incertezza sui format dei campionati. Difficilme­nte il Governo potrà intervenir­e con un atto d’imperio sui procedimen­ti in corso. Ma ha tutta l’intenzione di evitare il ripetersi di questo caos. Qualche giorno fa il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, è stato chiaro: «Ogni estate offre uno spettacolo indecoroso: se non è di grado di normarsi da solo, dovrà pensarci il legislator­e. Se il Parlamento sarà d’accordo, dovremmo pensare e immaginare delle forme di vigilanza e controllo sulle società che non possono essere quelle odierne». LA GAZZETTA DELLO SPORT

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 ??  ?? In alto Giancarlo Giorgetti, 51 anni, sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio. Sopra Gaetano Miccichè, 67, presidente Lega A ANSA
In alto Giancarlo Giorgetti, 51 anni, sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio. Sopra Gaetano Miccichè, 67, presidente Lega A ANSA

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