La Gazzetta dello Sport

Cellino contro Zamparini Gli artisti dell’esonero

●Brescia-Palermo è la sfida tra mangia-allenatori sempre affamati Da Trap a Ventura, da Allegri fino a Suazo: la lunga lista delle vittime

- Guglielmo Longhi

Le teste mozzate sono il loro fiore all’occhiello, l’appagament­o interiore. Maestri indiscussi dell’arte dell’esonero. Massimo Cellino è a quota 31, tra Cagliari, Leeds e Brescia. I primi della lista: Radice, Trapattoni, Perez… fino all’ultimo, Suazo, saltato pochi giorni fa e sostituito da Corini. Maurizio Zamparini vince per distacco: 50, tra Venezia e Palermo. I primi della lista: Cerantola, Pasinato, Zaccheroni… fino all’ultimo, lo stesso Tedino via in aprile e poi ripreso finita la stagione. Al Rigamonti stasera chi ha la memoria lunga, oltre ai gol di Brescia e Palermo, conterà anche gli allenatori cacciati, umiliati, ridicolizz­ati. Quella dei tagliatori di teste è una storia che comincia nell’ultimo decennio del secolo scorso e continua oggi, dopo aver attraversa­to una generazion­e di tecnici sfortunati e tifosi increduli. E i due non sembrano aver voglia di fermarsi.

BALLA ESASPERATO Si ritrovano ancora una volta contro, avversari soltanto per 90’ perché la loro è un’amicizia a prova di retrocessi­oni e turbolenze societarie. Sfida a distanza: Cellino è a Miami, Zamparini vedrà la partita davanti alla tv, soffre troppo. Opposta la loro storia nel club: il primo decide di comprare e compra, il secondo sono anni che vuole vendere e non vende (sta accadendo pure adesso). Li unisce la mancanza di pazienza e la scarsa empatia con l’allenatore di turno. «Ho avuto Cellino per quattro anni e Zamparini per due, mi erano diventati i capelli bianchi», ha detto un giorno Gian Piero Ventura, l’unico in grado di stare sulla panchina del Cagliari per due stagioni di fila (‘97-’99). Un piccolo record il suo: non è riuscito neppure ad Allegri che nel 2010 lascia Cagliari dopo aver trovato in primavera l’accordo col Milan. Cellino lo considera uno sgarbo imperdonab­ile, nonostante gli ottimi rapporti con Galliani, e caccia il tecnico a salvezza acquisita. Perché un allenatore ha la valigia sempre pronta, ma in Sardegna basta un trolley. Anche Ballardini, ora tecnico del Genoa, ha lavorato con entrambi (tre volte Cellino, due Zamparini) ha raccontato che era più dura stare «con Cellino che mi chiamava alle 3 di notte per la formazione. Io spegnevo il telefono e lui chiamava il mio vice. La terza volta mi ha licenziato perché facevo uso improprio di un pc del club, che era in un’area aperta a tutti...». Conclusion­e: «Certi presidenti ti sgretolano il cervello». I due hanno anche modi diversi di tagliare. C’è metodo in Cellino, che cerca di capire gli umori dello spogliatoi­o, e c’è umoralità in Zamparini, che si fida solo di se stesso e che, per dire, mette alla porta Mangia solo perché ha »avuto paura di retroceder­e».

C’È CHI DICE NO Leggere la lista delle teste mozzate è sorprenden­te e istruttivo. Ci sono allenatori scafati (Trapattoni, Allegri, Novellino), futuri c.t. della Nazionale (ancora il Trap, Prandelli, Donadoni), tecnici allora emergenti che poi si sono persi (Glerean, Sannino e Bellotto). Soltanto uno ha tenuto testa al presidente ed è Giampaolo, capace di dire no quando Cellino lo richiama per il solito giochetto: sostituire chi lo aveva sostituito. C’è chi dura pochissimo. È l’estate 2002 e Zamparini, che ha rilevato il Palermo da Sensi, travasa in blocco il suo Venezia nella nuova società: Glerean al debutto perde il posto. Anche Tesser (2005) va via dopo la prima giornata. E c’è chi dura moltissimo: Iachini resiste 773 giorni di fila (773 giorni!) dopo aver preso il posto di Gattuso, nella B del 2013-14.

DA RECORD I tifosi del Leeds sapevano delle fobie di Cellino: per esempio, l’odio per il viola e il numero 17. Ma sono rimasti basiti quando ha deciso di esonerare Brian McDermott, ancora prima di acquistare il club. E Zamparini nella stagione 201516 supera se stesso: parte con Iachini, rimpiazzat­o a novembre da Ballardini. Via anche lui dopo due mesi: Zamparini vuole affidare la panchina all’argentino Schelotto, ma non può per motivi burocratic­i. Allora sceglie Viviani, poi Bosi e Tedesco (una panchina ciascuno), ancora Bosi prima di riprendere Iachini. Finita qui? Macché, siamo ancora a marzo. C’è il tempo per ingaggiare e cacciare Novellino e chiudere con Ballardini: 8 esoneri, un delirio assoluto.

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GETTY Maurizio Zamparini, 77 anni, proprietar­io del Palermo dal 2002
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LAPRESSE Massimo Cellino, 62 anni, presidente del Brescia dal 2017

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