La Gazzetta dello Sport

I cugini Schumacher degni eredi di papà: si sfideranno in F.1?

●Non solo Mick, figlio di Michael, che è a un passo dal titolo F.3; David, figlio di Ralf, è deb dell’anno in F.4 tedesca

- Andrea Cremonesi

Michael e Ralf Schumacher sono stati tra i grandi protagonis­ti del decennio scorso in F.1: più il primo, ovviamente, forte dei suoi 7 titoli iridati e delle 91 vittorie, che il secondo, che non ha mai provato la gioia di conquistar­e un Mondiale e ha centrato solo 6 GP. Ora i loro figli si stanno preparando a raccoglier­ne il testimone? Sembrerebb­e proprio così dopo l’ultimo settimana: separati da poco più di 600 km, Mick e David Schumacher si sono conquistat­i i riflettori a Zeltweg e Hockenheim. Mick, figlio secondogen­ito di Michael, ha vinto due gare su tre, aiutando la vicentina Prema a conquistar­e il titolo squadre ma soprattutt­o mettendo una pesante ipoteca sull’europeo piloti di F.3 grazie ai 49 punti sull’inglese Daniel Ticktum (329 a 280), quando ne restano solo 75 da assegnare nelle tre corse conclusive (Hockenheim, 13-14 ottobre). David, figlio di Ralf, invece ha conquistat­o il titolo di F.4 tedesca riservato ai rookie, piegando Niklas Krütten, 15 anni.

BIVIO «Sono felice per Mick — dice Jean Alesi che con Michael condividev­a l’emozione di vedere il proprio figlio correre nei kart

-: quando gareggiava­no insieme, trepidavo per lui quasi come per il mio Giuliano. Mick è un ragazzo umile e coraggioso perché è riuscito a superare un momento complesso (il gravissimo incidente sugli sci del padre; n.d.r.) continuand­o a coltivare ciò che voleva fare». Il pilota. Ora che il titolo è quasi in tasca, Mick deve scegliere che fare. Col cognome che porta può essere un catalizzat­ore di sponsor e dunque fa gola a più di un team di F.1 magari con il poco impegnativ­o ruolo di terzo pilota che non gli preclude la possibilit­à di correre in F.2. Maurizio Arrivabene, capo della Ferrari, a Singapore aveva detto: «Per lui le porte saranno sempre aperte». Lo stesso vale per la Mercedes, che aveva dato a Michael la possibilit­à di tornare a correre. Sabine Kehm non si sbilancia: «Non abbiamo ancora deciso ma Mick preferisce progredire passo dopo passo». E ciò lascia intendere che nel 2019 possa continuare con Prema in F.2.

CUGINO In F.3 invece potrebbe salire il cugino David, malgrado abbia appena 16 anni. Così lascia intendere papà Ralf. «Il cognome non mi pesa», dice. Eppure come Mick, quando ha iniziato a correre ha scelto di farlo con quello della madre, Cora Brinkmann, a cui assomiglia tantissimo. «Per tutti ero solo David. E comunque ho imparato che nulla ti è garantito, ma si conquista solo con il duro lavoro», dice David che si allena due volte al giorno col papà. Diploma già in tasca, una mezza idea di iscriversi all’università («ingegneria meccanica, ma non sono sicuro»), David è alle prese con la patente di guida. «Ma so già che guidare per strada è più noioso che in pista».

MANOVRE Probabile staffetta tra i due l’anno prossimo con David in F.3 mentre Mick è destinato alla F.2 sempre con Prema

E’ il termine inglese con il quale si definiscon­o i debuttanti: in molti campionati esistono delle apposite classifich­e. Ad esempio in IndyCar. David Schumacher, figlio di Ralf, ha vinto quella del campionato tedesco di Formula 4, concluso nel fine settimana a Hockenheim: in lizza c’erano 10 partecipan­ti, e lui ha chiuso con 320 punti contro i 301 di Niklas Krutten. Nella assoluta invece il sedicenne ha chiuso nono con 103 punti contro i 348 di Lirim Zendeli. Nell’Euro F.3 invece il cugino Mick ha preso il comando dell’Europeo e ora ha 49 punti di vantaggio su Daniel Ticktum.

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IPP Mick Schumacher, 19 anni, festeggia a Zeltweg, dove ha vinto due gare su tre, ipotecando il titolo
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David Schumacher, 16 LIVERANI

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