SPRINTER ICARDI GOL E ASSIST D’AMBROSIO DECIDE RABBIA FIORENTINA
Nerazzurri avanti su rigore, dato dalla Var Dopo l’autorete di Skriniar, soffrono e vincono la prima gara in campionato a San Siro contro una bella Viola La protesta di Pioli: «Penalty di polpastrello, una cosa mai vista»
Alla Fiorentina tanti complimenti, all’Inter i tre punti: la dura legge del calcio. La Viola ha le spalle strette, come il ragazzino della canzone di De Gregori, ma si farà. L’Inter continua a risalire la corrente e si assesta a quota dieci, dove aggancia proprio i bravi ragazzi di Stefano Pioli e il Sassuolo. Una notte al 3° posto, seppure in condominio, a un’altitudine più in linea con il mercato. Per lunghi tratti la Fiorentina ha lasciato a bocca aperta: spigliatezza, coraggio, sana incoscienza giovanile. Poi è finita nelle fauci dell’orco interista, perché sì, l’Inter ha calato la maschera. Spalletti sta forgiando una squadra brutta, sporca e cattiva, una montagna di muscoli, di cinismo e di esperienza in cui non c’è spazio per la poesia e la bella grafia. Si fa uso di spada e si va per le spicce. E poi c’è un dato seminascosto: il gol di D’Ambrosio, che ieri ha deciso il risultato, è stata la quarta rete nerazzurra nell’ultimo quarto d’ora di gara delle prime sei giornate, il che certifica un feroce attaccamento alle partite, dote cruciale se coltivata e sviluppata.
FORZA L’Inter ha cominciato da Inter, immersa nei suoi pensieri, e la Fiorentina giovane e bella ne ha approfittato. Il principio di partita è stato segnato da uno spiccato possesso palla dei viola e da Mirallas freccia alata sulla sinistra. Proprio lui, il belga-spagnolo ex Everton, ha colpito un palo e la cosa ha funzionato da sveglia per i nerazzurri, che a quel punto hanno compreso come ci fosse poco da fidarsi e da scherzare. L’Inter si è scossa e consapevole della sua forza l’ha fatta valere. In questa fase è emersa la fisicità interista, il cumulo di muscoli e di forza assemblato da Spalletti. Una scelta netta, precisa. La qualità è un optional: se c’è bene, altrimenti si fa lo stesso. Conta di più aggredire, mordere, assaltare. Nel cuore del primo tempo c’è stato un momento in cui la Fiorentina dei ragazzini non riusciva a uscire dall’area, oppressa com’era nei suoi sedici metri. E però, quando la Viola ce l’ha fatta a distendersi, è andata un’altra volta vicina al vantaggio con Simeone, imbeccato da Chiesa per un faccia a faccia con Handanovic. E qui è stato superlativo il portiere sloveno, in uscita bassa alla “San Samir”. Fiorentina bella: intrigante l’idea di Pioli di Chiesa e Mirallas, ali larghe, anzi larghissime tipo Ajax di Van Gaal degli Anni Novanta. Più della bellezza e della gioventù hanno però potuto il peso interista e l’ingenuità di Vitor Hugo, con braccio largo su cross di Candreva. Ai tempi della Var bisogna stare in campana, gli arbitri a volte fanno ragionamenti sacerdotali e puniscono i pensieri, gli sfioramenti, le tentazioni della mano. Così, a un passo dall’intervallo, Icardi su rigore ha provveduto all’1-0. INESPERIENZA
Alla risalita dagli spogliatoi l’Inter è entrata in letargo. Mezz’ora di “imbambolamento” nel solco del miglior bipolarismo nerazzurro. Un classico, l’Inter che con troppo anticipo dà per acquisito il risultato e gli avversari che diventano dominatori. Fiorentina spettacolare per facilità di corsa e per ampiezza di ragionamenti. Il pareggio è stato fortunoso, un tiro di Chiesa deviato da Skriniar, ma meritato al cento per cento e se i viola hanno avuto una colpa, è stata quella di non aver inferto all’Inter la mazzata della seconda rete, lo stesso errore di cui si è macchiato il Tottenham una settimana fa. Quest’Inter è come un serpente: le va tagliata la testa, per esser sicuri che smetta di sprizzare veleno. Mentre la Fiorentina si specchiava e sciupava, Spalletti si riorganizzava. Fuori Vecino e dentro Keita, con Nainggolan “abbassato” in mediana. Lì, a metà della ripresa, gli spallettiani hanno ripreso colore. C’è stato un aiutino arbitrale, il mancato secondo giallo ad Asamoah, ma quanto meno l’1-1 sarebbe rimasto tale se la Fiorentina non fosse inciampata nella propria inesperienza. Il 2-1 di D’Ambrosio, dopo “dai e vai” cestistico con Icardi, è arrivato sugli sviluppi di una rimessa laterale, e queste sono disattenzioni da giovani per nulla smaliziati. L’Inter volpona si fa strada nel presente, la Fiorentina ingenua ha il futuro nelle vele.
Gli allenatori delle due squadre in campo ieri: Luciano Spalletti e Stefano Pioli
LA PARTITA
Apre un rigore contestato di Icardi, poi pareggio su autorete di Skriniar
Chiude il match D’Ambrosio con assist del numero 9 argentino