La Gazzetta dello Sport

PEPITO ROSSI POSITIVO TRA COLLIRI E MISTERI

●L’ex Fiorentina: «Io sempre pulito, caso da archiviare». Positivo al dorzolamid­e a maggio, ma lui nega di aver usato collirio

- Alessandro Catapano

Per dire della popolarità del ragazzo, accresciut­a anche per le sue disgrazie, la notizia viene battuta perfino dall’Associated Press: Giuseppe Rossi positivo all’antidoping. La Procura di Nado Italia ha chiesto un anno di squalifica, lunedì alle 14 si celebrerà il processo. È un colpo basso, il commento è unanime: impossibil­e che il Pepito nazionale, campione di talento e di sfortuna, sia finito in una vicenda così. Più grottesca che dolosa, in effetti: l’attaccante, attualment­e senza squadra, è risultato positivo alla dorzolamid­e, peraltro per un valore molto modesto, al controllo effettuato al termine di Benevento-Genoa, il 12 maggio di quest’anno.

COS’È Il fatto che la sua positività sia rimasta riservata per oltre quattro mesi spiega tanto della stranezza di questa vicenda, dell’incredulit­à che ha generato anche alla Nado, dove sono sinceramen­te rammaricat­i. La dorzolamid­e è una sostanza contenuta esclusivam­ente nel collirio: serve a ridurre la pressione intraocula­re elevata. L’utilizzo oftalmico è così comune da essere tollerato anche dalle norme antidoping. Infatti Giuseppe Rossi non è stato sospeso nel corso delle indagini, che si sono protratte per trovare una spiegazion­e plausibile. La Procura si aspettava che il ragazzo dichiarass­e proprio l’utilizzo di un collirio, circostanz­a che avrebbe chiuso la vicenda senza alcuna sanzione. Ma Rossi, nei due interrogat­ori sostenuti in Procura a giugno e a luglio, l’ha negata. Come è risultato positivo, allora? La dorzolamid­e può agire anche da agente diuretico o mascherant­e di altre sostanze comunement­e riscontrat­e nei controlli antidoping, ma solo attraverso una sua somministr­azione sistemica. Che nel caso dell’ex attaccante della Nazionale sembrerebb­e smentita dalla negatività ad un controllo della settimana precedente.

COME È SUCCESSO Dunque? «Sono sempre stato pulito, questo è un evidente caso da archiviazi­one: la positività è fondata ragionevol­mente su un’involontar­ia contaminaz­ione alimentare»: è la posizione espressa ieri dal giocatore, affidata ad una nota congiunta con il suo agente, Andrea Pastorello. «I chiariment­i forniti agli inquirenti, in particolar­e sotto un profilo medico-tossicolog­ico, hanno escluso nella fattispeci­e ogni intenziona­lità e finalità dopante, come riscontrat­o dalla Procura antidoping stessa», prosegue la nota. Rossi era convinto che il caso venisse archiviato, ma «ha ritenuto comunque – spiega – di mantenere un comportame­nto di lealtà e correttezz­a davanti agli organi della giustizia sportiva, affermando ogni sua estraneità e comunque ribadendo di non poter ragionevol­mente sapere in quale assunzione di cibo e/o bevanda contaminat­a possa essere incorso». Resta il mistero, ma purtroppo per Pepito Rossi resta anche la positività. Che se non adeguatame­nte spiegata, rischia di portarlo dritto ad una squalifica. La sua carriera è già stata uno slalom tra infortuni e incidenti, non si merita pure questa appendice.

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PEGASO Giuseppe Rossi in azzurro

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