TURNOVER CARLO: IL PUNTO FERMO È ANCORA INSIGNE
Ancelotti ritrova la squadra che l’ha lanciato. Il Parma punta a un altro colpo
Niente scherzi. S’è raccomandato, Carlo Ancelotti, spiegando alla squadra le insidie della gara di questa sera. Vuole i tre punti, l’allenatore, contro il Parma, perché all’orizzonte c’è lo scontro diretto dell’Allianz Stadium e lì vuole giocarsi l’aggancio al primo posto. Prima, però, c’è l’impegno con gli emiliani, che non va sottovalutato. L’avversario di stasera è parte della sua storia, di calciatore e di allenatore: proprio sulla panchina del Parma ha esordito in serie A nella stagione 96-97, arrivando al secondo posto, alle spalle della Juventus che, manco a dirlo, vinse lo scudetto.
MOMENTO INSIGNE Napoli è carica al punto giusto, il San Paolo dovrebbe riprendere il suo aspetto naturale, con pochi vuoti da esibire. Ed è su di giri anche Lorenzo Insigne, il pezzo forte del momento. Quattro reti nelle prime cinque giornate: mai prima d’ora c’era riuscito. E pensare che meno di un mese fa s’era parlato della sua crisi, delle sue difficoltà a seguire le indicazioni del nuovo allenatore. Critiche un tantino ingenerose, che l’avevano travolto dopo appena tre giornate, complice la sconfitta contro la Sampdoria e la prestazione negativa in Nazionale. A restituirgli la fiducia ci ha pensato proprio Carlo Ancelotti. Per esaltarne le caratteristiche e per assicurare alla difesa una maggiore copertura, non ha esitato a cambiare il modulo, dal 4-3-3 è passato al 44-2, spostando Lorenzo al centro dell’attacco avvicinandolo, così, all’area avversaria. «Sono convinto che in quella posizione renderà meglio», osservò l’allenatore alla vigilia della gara con la Fiorentina: i fatti gli hanno dato ragione. Insigne è il personaggio del momento, il talento che sfiderà Cristiano Ronaldo nel suo stadio. LORENZO ALLA ZOLA Parma ed il passato: Ancelotti ritrova le sue origini calcistiche, questa sera. A quel periodo, però, è legato l’errore più grande della sua carriera, come lui stesso ha spesso ammesso: la cessione di Gianfranco Zola nell’estate del ’96, dopo aver accettato la panchina del club emiliano per l’esordio in serie A. Una scelta impopolare, allora, perché l’ex attaccante del Napoli era uno dei giocatori più talentuosi del nostro calcio. «Ma nel mio 44-2 volevo farlo giocare a destra, mentre lui voleva giocare in posizione centrale, fare l’attaccante», spiegò allora l’attuale tecnico del Napoli. Così, Zola venne ceduto al Chelsea, dove è ritornato nella scorsa estate come secondo di Maurizio Sarri. Ventidue anni dopo, è ancora 4-4-2 e lì dove avrebbe voluto giocare Gianfranco Zola, oggi agisce Lorenzo Insigne che con l’ex fantasista della Nazionale condivide il talento e un modo di giocare parecchio simile. Stavolta, l’allenatore ha avuto il coraggio di osare, di cambiare la posizione al giocatore più rappresentativo, forte dell’esperienza e di quella bravura che ne hanno fatto uno tra gli allenatori più forti al mondo. Sarà casuale, ma i movimenti e il modo di trattare il pallone di Insigne ricordano quelli di Gianfranco Zola. Ed oggi, probabilmente, Ancelotti non rinuncerebbe mai al talento del suo miglior giocatore. «È molto forte nell’uno contro uno. Io ero un giocatore che quando aveva il pallone facevo la differenza, come Lorenzo», ha detto Zola in una delle sue ultime interviste. «Credo sia sulla strada giusta, spero che faccia la differenza».
ZOLA CON SARRI Nemmeno Maurizio Sarri ha voluto rinunciare all’esperienza e agli insegnamenti di Gianfranco Zola. Il predecessore di Ancelotti l’ha voluto come suo secondo per la prima esperienza in Premier League. I due stanno lavorando insieme al progetto che dovrebbe consentire al Chelsea di imporsi in campionato e di provare a conquistare l’Europa League. L’ex attaccante di Napoli e Parma conosce bene l’ambiente dei Blues avendo vestito quella maglia per ben sette stagioni, vincendo cinque trofei. Ed è in Premier che ha fatto anche la sua prima esperienza in panchina, allenando il West Ham.