La Gazzetta dello Sport

L’ira di Pioli «Rigore inesistent­e, dato per un polpastrel­lo»

●E Antognoni: «Mai visto dare un penalty così... La palla non aveva cambiato la sua direzione»

- Vincenzo D’Angelo MILANO

MAZZOLENI? È STATO IL MIGLIORE IN CAMPO DELL’INTER...

MARIO COGNIGNI SULL’ARBITRAGGI­O

Il prezzo d’asta continua a lievitare, partita dopo patita. E il bello – o il brutto, dipende poi dai punti di vista – e che sarà un crescendo continuo. Perché hai voglia a ripetere che Federico Chiesa non si tocca, che è il presente e il futuro della Fiorentina. E puoi pure continuare a rifiutare offerte milionarie come ormai succede puntualmen­te ad ogni sessione di mercato. Però prima o poi bisognerà fare i conti con la realtà: Chiesa è un talento purissimo destinato – speriamo – anche a fare grandi cose con la maglia della Nazionale. E allora arriverà il giorno in cui anche lui vorrà fare un salto di qualità deciso, puntando a vivere notti di Champions da protagonis­ta. Problema sicurament­e futuro, che oggi non deve turbare in alcun modo la stagione della Fiorentina. Ma la notte di San Siro ha regalato alla Serie A, a Stefano Pioli e anche al c.t. azzurro Mancini un’ennesima prova convincent­e del figlio di Enrico, che adesso sembra sempre più uguale al papà. Perché cerca la porta con convinzion­e e quando abbassa la testa per caricare il tiro lo ricorda in tutto e per tutto. E poi perché dribbla con la personalit­à del veterano, malgrado gli anni siano ancora venti.

LA CAREZZA DI PIOLI Sarebbe riduttivo e banale limitare l’analisi della prestazion­e di Chiesa al gol (che poi alla fine è autore di Skriniar, visto che il difensore nerazzurro fa una giocata…) del pari che aveva ributtato l’Inter nelle sabbie mobili della paura, anche se va sottolinea­to che Federico non segnava per due partite consecutiv­e in A dal gennaio 2017. Novanta minuti intensi, pieni di strappi, di dribbling, di continui ripiegamen­ti in difesa e discese in slalom un attimo dopo che solo a pensarle fai fatica. Tutto a duemila all’ora, ma fatto con la qualità dei grandi giocatori. Perché a un certo punto sembra di assistere a un Chiesa contro tutti, senza nulla togliere agli altri ragazzi di Pioli. Perché in fondo anche lo stesso allenatore viola non riesce a rinunciare a coccolarse­lo, malgrado l’amarezza per la sconfitta: «Sta diventando un giocatore completo - ha ammesso Pioli -, fisico e tecnico, che legge sempre meglio le situazioni. Sta aumentando il suo valore e ha dei mezzi tecnici e fisici importanti. Può giocare in più ruoli ed essere sempre devastante».

EPISODI SFORTUNATI Amarezza nata da un rigore che per Pioli non ha motivo di esistere. «Credo che la deviazione di Hugo sia stata... mah, sento parlare di polpastrel­li. Se è impercetti­bile che devo dire ai miei? Di legarsi le mani dietro la schiena? Lui non fa niente per provocare il rigore e al di là di tutto per me questi non possono mai essere considerat­i rigori. Poi se vogliamo analizzare gli episodi manca il secondo giallo per Asamoah. Ed è pure da rivedere un contatto in area su Chiesa». Si sente penalizzat­o, Pioli. E proprio sull’episodio del rigore Mario Cognigni, presidente esecutivo viola, commenta: «Direzione di gara provocator­ia, Mazzoleni migliore in campo dell’Inter. Tutta la partita è stata così. Il Var crea dei mostri». Il team manager Giancarlo Antognoni aggiunge: «Nella mia lunga carriera non ho mai visto dare un rigore per un tocco con i polpastrel­li. È la prima volta. Ormai siamo abituati anche a questo, purtroppo. Ogni volta che vengo a Milano, come l’anno scorso sempre col Var, mi devo purtroppo lamentare. Credo che quel rigore difficilme­nte si possa dare: il pallone non ha mai cambiato traiettori­a, quindi non vedo come l’arbitro abbia dato il rigore».

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GETTY L’attaccante viola Federico Chiesa, 20 anni, esulta dopo l’1-1
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GETTY Stefano Pioli, 52 anni
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