La Gazzetta dello Sport

Come corre il Benevento Cittadella, che rabbia

●Decide Asencio. Venturato reclama un rigore e viene espulso

- Matteo Brega INVIATO A CITTADELLA (PD)

In quattro giorni il Cittadella da quercia che era si ritrova bonsai. Dopo lo Spezia anche il Benevento batte la squadra veneta che si piega al gol di Asencio. È una serata di rivelazion­i. Cristian Bucchi e i suoi, per la prima volta tenuti sotto quota «tre gol», imparano a soffrire e capiscono che non si può giocare solo con il possesso palla.

CAMBI Il turno infrasetti­manale spinge a sperimenta­re, mischiando esigenza e intuito. Le anime delle squadre restano identiche pur cambiando alcuni fattori. Roberto Venturato nel 4-3-1-2 fa esordire Frare al centro della difesa (Adorni k.o.), Rizzo terzino sinistro e davanti a lui Pasa mezz’ala. Cristian Bucchi lascia in panchina Maggio, Viola, Coda e Improta lanciando Gyamfi terzino destro, affidando a Nocerino la regia, puntando su Buonaiuto alto a sinistra e lanciando Asencio riferiment­o centrale del tridente. La partita si trascina nel primo tempo dondolando sulle accelerazi­oni delle corsie esterne, tanto del Cittadella quanto del Benevento. Nocerino è un play conservati­vo, più propenso a curare il territorio dei campani; Siega è il trequartis­ta dei veneti, ma inventa più con i movimenti ad allargarsi che con la palla tra i piedi. Solo dalle periferie può nascere qualcosa e accade al 37’. Insigne recupera palla a metà campo sulla destra contrastan­do Rizzo, trova al limite Asencio che punta l’angolino basso facendo centro.

SVOLTA I primi vagiti del secondo tempo non spostano gli equilibri. Bisogna aspettare di scavallare il quarto d’ora per i primi cambi (Finotto per Malcore e Improta per Insigne), con l’augurio che slaccino la partita dalla monotonia. Il colpo di testa di Asencio al 19’ è bello ma non impossibil­e per Paleari. Il tumulto interiore che provoca al Cittadella la paura di vedersi sbarrata la strada della rimonta crea una scossa. È il capitano Iori a sollevare l’ombrello come le guide turistiche e portare verso la metà campo del Benevento i suoi. Il destro sfiorato da Puggioni in angolo è la leva dell’audio del Tombolato. Il popolo granata ci crede, Venturato lo asseconda inserendo Branca e Settembrin­i per Pasa e Proia. Il centrocamp­o torna in versione titolare con l’ossigeno per il finale. Ossigeno che il Benevento pare aver smarrito, rinchiuso in un 4-5-1 sotto la linea della palla. L’ingresso di Bandinelli per Del Pinto risponde al bisogno di dinamismo. Incide poco perché il piano inclinato accelera il Cittadella che nel giro di pochi minuti chiede un rigore per un intervento su Settembrin­i e per un tocco di mano di Volta. Per l’arbitro Minelli è tutto buono, meno buono è Venturato che viene cacciato. Nel finale meriterebb­e attenzione anche una trattenuta ai danni di Bandinelli. Il colpo di testa di Finotto al 6’ di recupero è soffiato fuori chissà da chi. Il Benevento si risveglia terzo (una gara in meno) e più solido, il Cittadella quarto e più insicuro.

LA CHIAVE

La squadra di Bucchi sa anche soffrire e porta a casa la terza vittoria di fila

I veneti nel secondo tempo spingono con forza ma non basta a evitare il k.o.

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LAPRESSE Il gol che ha regalato i tre punti al Benevento di Raul Asencio, 20 anni, in prestito dal Genoa
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Roberto Venturato, 55 anni

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