Pastore altro tacco La Roma reagisce Accelera la Lazio Toro pari a casa Dea
Intanto Baldini, tirato in ballo da Totti nel suo libro, vuole dimettersi
Si comincia male — cioè con gli insulti al presidente Pallotta e gli «avvisi» alla squadra da parte della Sud — ma almeno stavolta finisce in gloria. Dopo il ritiro, la Roma e Di Francesco assaporano un ottimo brodino rinfrancante in vista del derby di sabato e liquida con un perentorio 4-0 al Frosinone (e due legni), grazie alle reti di Under, Pastore, El Shaarawy e Kolarov. Tra l’altro, la pratica viene archiviata già dopo il primo tempo chiuso sul 3-0, e questo fa capire la pochezza della squadra ciociara che, con un punto in classifica, vede tremare la panchina di Longo se domenica col Genoa non fornirà una prova più convincente, visto che il saldo passivo delle reti è già a 15, con 0 reti all’attivo. Solo il Catania nel 1970-71 non aveva trovato la porta alla 6a giornata.
PASTORE, TACCO BIS Così anche stavolta, contro i giallorossi che per la prima volta virano dall’inizio sul 4-2-3-1 facendo riposare Florenzi e Dzeko a vantaggio di un buon Santon e un deludente Schick, il Frosinone si scioglie in fretta, visto che già al minuto due una bella azione di Under, santificata da un tunnel a Crisetig, trova Sportiello poco reattivo. Il vantaggio costringe i giallazzurri ad avanzare il proprio baricentro, lasciando praterie alle ripartenze della Roma, con De Rossi ad impostare davanti alla difesa in tandem col più libero Nzonzi e, soprattutto, con Pastore uomo a tutto campo, pronto spesso ad arretrare anche nella propria metà campo per prendere la palla. Sulle fasce, poi, i tandem Santon-Unpassi der e Kolarov-El Shaarawy funzionano bene, tanto da travolgere i dirimpettai Zampano e Beghetto, esterni di un 3-5-2 in cui in difesa Capuano si dimostra anello debole. Intendiamoci, i ciociari in avvio tentano di pressare alto, provando a esser pericolosi con gli inserimenti di Chibsah e Cassata ad affiancare Ciano e Pinamonti, ma Olsen deve intervenire solo su un rimpallo sotto porta del ghanese, perché le altre conclusioni (soprattutto di testa) non trovano lo specchio. Con queste premesse è facile per i giallorossi trovare campo per rendersi pericolosi, un paio di volte con Schick, che al 22’ vede Sportiello deviargli un tiro a botta sicura sulla traversa, e principalmente con Pastore, autore del raddoppio al 28’, ancora una volta di tacco come con l’Atalanta. A chiudere virtualmente il match ci pensa al 35’ El Shaarawy, che da due
segna su assist di Under, bravo a rubar palla a Capuano.
DE ROSSI 600 E ESORDIO BABY La ripresa si disputa quasi per onor di firma, con il Frosinone che non impensierisce mai Olsen anche con i nuovi entrati, e la Roma che gestisce il pallone il più a lungo possibile. Anzi, se c’è una squadra che va vicino al gol è quella giallorossa, con Under che al 19’, complice una deviazione, colpisce l’incrocio, e Schick, al 26’, che cicca una gran palla servitagli dall’ottimo El Shaarawy. Dopo la Champions, restano da annotare l’esordio in A di Zaniolo e quello assoluto di Luca Pellegrini, che entra al posto di capitan De Rossi, giunto alla 600a in giallorosso. È Pellegrini, tra l’altro, a vivacizzare il finale, servendo un ottimo assist per Kolarov (spostato mediano), che tuona un gran sinistro sotto la traversa. È il 42’ e sembra il segnale della doccia, ma al 45’ il Frosinone vede Chibsah colpire il palo sul prosieguo di una punizione battuta da Soddimo. Stavolta è proprio finita, con un poker che sancisce il risveglio della Roma e fa preoccupare parecchio un fragile Frosinone. Da notare come nel finale sono arrivati fischi per i dirigenti giallorossi inquadrati sui maxischermi. Come dire, gli ultrà hanno firmato una tregua armata, ma non certo la pace.