La Gazzetta dello Sport

MAX VS CARLETTO SPETTACOLO DA NON PERDERE

Juve e Napoli vincono prima dello scontro diretto

- di LUIGI GARLANDO

Ieri, alle operazioni di peso, Juve e Napoli si sono guardate negli occhi senza abbassarli e hanno gonfiato i muscoli. Allegri ha segnato quasi subito con Dybala, che non ne aveva ancora fatto uno.

Ieri, alle operazioni di peso, Juve e Napoli si sono guardati negli occhi senza abbassarli e hanno gonfiato i muscoli. Allegri ha segnato quasi subito con Dybala, che non ne aveva ancora fatto uno. Come a dire: occhio, ora ci siamo proprio tutti. Ancelotti ha lucidato le punte: un gol del solito Insigne e due di Milik. Come dire: occhio, Koulibaly può sempre salire da dietro, ma anche davanti non siamo messi male. Sia Allegri sia Ancelotti hanno lasciato riposare i totem in panchina (Chiellini, Hamsik) e hanno ritirato dal campo dei titolariss­imi (Insigne, Pjanic) per non farli stancare troppo. Juventus e Napoli si sono sbarazzate di Bologna e Parma senza affanno e senza rischi. Un avviciname­nto parallelo al ring. Sabato prossimo, ore 18, il gong all’Allianz Stadium di Torino. Prepariamo­ci a un grande match che dirà tanto su questo campionato, perché una Juve a +6 sull’avversario, al momento, più competitiv­o, dopo sole 7 giornate, sarebbe un messaggio tremendame­nte sconfortan­te. L’aggancio del Napoli in vetta, ma anche un pareggio in casa dei campioni, trasmetter­ebbe coraggio alla concorrenz­a attardata, fermo restando il baratro di valori tra la squadra che ha impression­ato a Valencia e le altre.

Il Napoli si alza dall’angolo competitiv­o come pochi in estate avrebbero immaginato dopo sole sei giornate. Lo confessiam­o per onestà: neppure noi. Immaginava­mo di vedere più a lungo la squadra del primo tempo contro il Milan e di Marassi, spaesata e confusa tra vecchie e nuove conoscenze. Invece Ancelotti, dall’alto del suo magistero, ha saputo trasmetter­e in fretta una nuova identità, con esperienza e buon senso. Il 4-4-2 ha compattato un Napoli che era abituato ad allungarsi per deformazio­ne da pressing sarriano. La squadra, plagiata dal passato vincente di Re Carlo, lo ha seguito ciecamente. Alla Juve, oltre a uno scudetto già vinto e perso nella pioggia di Perugia, rimprovera­rono ad Ancelotti di non aver riconosciu­to il talento offensivo del giovane Titì Henry, mandato a sfiancarsi sulla fascia. Carletto ha dispensato Insigne dal galoppo laterale e ne ha ricavato un bomber, più lucido, da 5 gol in 6 partite. Hysaj e Mario Rui, soldatini tattici, erano una filastrocc­a che ben rappresent­ava le scelte eterne di Sarri. Vedere in fascia Luperto e, ieri, la testa gialla dell’effervesce­nte Malcuit è un’altra spia del nuovo mondo. Sabato scopriremo se tutto ciò basta per pareggiare il vecchio, perché l’ultima volta a Torino il Napoli di Sarri ha vinto. Ancelotti, esperto com’è, è il primo a sapere che Cristiano Ronaldo finora ha solo disfatto le valigie. Partite come quella di sabato, che sanno di scudetto, potrebbero farlo deflagrare. Più la temperatur­a sale, più CR7 decide: lo racconta la sua storia. Sabato ci godremo un gran match. Fuori i secondi.

Sabato di emozioni forti. Anche il derby dell’Urbe. La Lazio, in crescita costante, si è avvicinata al ring mettendo in fila la quarta vittoria, la Roma mettendo in rete quattro gol al Frosinone. Pastore che segna solo di tacco è un buon simbolo, ma lo sono anche Luca Pellegrini e Zaniolo, esordienti ieri in A. La Roma è questa miniera di talento e di gioventù che ha bisogno di fiducia e di pazienza per diventare squadra vera. La vittoria è il migliore ormone della crescita. Vale anche per il Milan, che oggi gioca a Empoli senza una delle sue poche certezze: Higuain. Un passaggio delicato. Ogni alternativ­a ai tre punti inquinereb­be l’aria a Milanello.

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